Tempi duri per la Marvel!
Se non bastasse il predominio assoluto della DC Comics nella classifica di vendite (per la prima volta, credo, nella storia della Diamond, la casa delle idee non è riuscita a piazzare neanche una testata nella top 10 della classifica di vendita) continuano i venti di rivolta di alcuni dei suoi autori.
James Sturm, autore underground che ha collaborato con la Marvel con la miniserie Molecole Instabili (serie che è valsa un Eisner Award e che in Italia potete leggere recuperando il Marvel Monster Edition dedicato ai Fantastici Quattro), ha scritto un interessante articolo sul sito giornalistico State nel quale ha motivato perché ha deciso di boicottare The Avengers, pellicola blockbuster che sarà distribuita ad Aprile nelle sale cinematografiche di tutto il mondo.
James Sturm ritratto da ragazzino mentre, entusiasta, legge un albo dei Vendicatori
"Sono nato negli anni '70 e cresciuto negli anni '80. Ho sempre collezionato ossessivamente fumetti della Marvel. Conoscevo le origini di ogni eroe, la sua galleria di avversari e i più piccoli dettagli dei loro costumi. Ero orgoglioso di conoscere personaggi di secondo piano come Stingray, il fante di cuori, paladin" scrive l'autore e poi continua "Crescendo i miei gusti sono cambiati e ho perso interesse nei confronti dei supereroi, ma nel corso del passato decennio i film di supereroi si sono trasformati in un colpevole piacere. Benché mi sia molto divertito con Sky High e con The Incredibles (tutt'ora il miglior film di supereroi mai realizzato) non ho avvertito con questi eroi le stesse sensazioni che ho nutrito per quelli Marvel della mia infanzia. Quando nel 2000 è stato prodotto il primo film degli X-Men ho avuto tutto ciò che desideravo, un film ben fatto e i personaggi che amavo. [...] Quando ho saputo che sarebbe stato prodotto un film dedicato ai Vendicatori, girato dal regista di Buffy e con un cast di attori composto da gente come Samuel Jackson, Scarlet Johansson, Robert Downey Jr ecc... ero davvero entusiasta. E non ero il solo, nelle prime 24 ore dopo la messa on-line del primo trailer 10 milioni di persone ne avevano fatto il download. Pianificai di assistere alla proiezione del film nel primo week-end e ci sarei andato con i mie figli. [...]"una illustrazione di Sturm
"Purtroppo l'idillio è passato rapidamente. Ho deciso di boicottare il film.
La storia dei fumetti è caratterizzata da casa editrici scomparse prematuramente. Dal mettere insieme prodotti decenti fino a trovare un distributore che sia in grado di farli stare al passo coi tempi, ci sono tante cose che possono andare storte. Ma se un personaggio riesce a colpire nel segno, il successo gli può arridere. La DC Comics c'è riuscita grazie a personaggi come Batman e Superman. Senza Jack Kirby la Marvel Comics non avrebbe funzionato così bene.
La casa editrice, prima conosciuta come Timely poi diventata Atlas per poi consacrarsi definitivamente come Marvel, tra gli anni '40 e i '50 seguiva una precisa strategia produttiva cercando di replicare qualsiasi tipo di genere di fumetto tra i più popolari di quel momento. Prima che negli anni '50 i supereroi diventassero i dominatori assoluti del mercato vendevano non tanto bene serie rosa, horror, crime stories e mostri. L'editor che si occupò della casa editrice in quegli anni era Stan Lee. Fu assunto a 19 anni dall'editore Martin Goodman, che aveva sposato la cugina di Lee.
Nel 1961 l'albo dedicato alla Justice League of America vendette eccezionalmente bene e alla Marvel si decise di tentare nuovamente la strada degli uomini in calzamaglia. Come molti altri editori avevano creato moltissimi eroi per combattere i nazisti, ma con la fine della guerra l'interesse dei lettori venne meno. Lee si rivolse a Jack Kirby, con il quale stava già collaborando su diversi progetti, e insieme crearono i Fantastici Quattro. La Justice League trasmetteva le stesse fredde sensazioni di una riunione del Rotary Club, i Fantastici Quattro erano una famiglia reale, e come avviene in molte famiglie c'erano urla e risentimenti. I fumetti di supereroi non sarebbero mai più stati gli stessi.
Da questo punto in poi Kirby e Lee diedero il via a un circolo creativo virtuoso che non solo garantì un futuro alla Marvel ma che influenzò profondamente anche la cultura popolare. Nei primi loro anni di collaborazione Kirby e Lee crearono gli X-Men, Hulk, Capitan America, Thor e i Vendicatori. Ci sono delle controversie riguardo il contributo di ciascuno di essi a ogni singolo personaggio, difficoltà dovute anche al singolare metodo di lavorazione, più tardi chiamato Marvel Method, che rendono molto difficile accertare chi ha fatto cosa.
Nelle altre case editrice, come nel caso della DC, uno scrittore realizzava una sceneggiatura completa e la affidava a un disegnatore che la disegnava. Il disegnatore era una specie di regista che trasformava in immagini il lavoro dello sceneggiatore.
Alla Marvel, Lee forniva ai suoi collaboratori una breve sinossi che loro avrebbero disegnato prima che la sceneggiatura fosse stata scritta. Il fumetto è un media visuale, e raccontare la storia direttamente attraverso le immagini dava al lavoro una fluidità che mancava agli altri fumetti. Dopo che il fumetto era stato disegnato, Lee avrebbe aggiunto i dialoghi che avrebbero chiarito la storia e approfondito i personaggi.
Appare dunque che l'operato di Kirby si rivelò essenziale per il successo della Marvel, al punto che il suo stile diventò lo stile adottato dalla casa editrice, e la Marvel fu battezzata come "la casa che Jack costruì".
Kirby si guadagnò il nomignolo di "re dei comics" e se lo guadagnò a pieno titolo. Il suo stile era decisamente originale. I suoi personaggi schizzavano attraverso la pagina con decisa fierezza e totale abbandono [...] Quando ero ragazzino sognavo di poter disegnare un giorno i Fantastici Quattro e nel 2003 effettivamente l'ho fatto. In omaggio a Kirby ho inserito anche alcune delle sue vignette. All'epoca avevo qualche riserva a lavorare con la Marvel, da allora le cose sono cambiate.
Nel volume Origins of Marvel Comics Lee ha raccontato come venivano pagati i disegnatori nei primi anni "non c'erano pagamento di royalties... nessun residuo... nessuna proprietà intellettuale. Scrivevi le tue pagine, avevi il tuo assegno, e tanto basta". Poi Lee ha continuato dicendo che la sua prima sceneggiatura gli fu pagata 50 centesimi a pagina "e il compenso non era molto diverso per i disegnatori". [...] Nel corso degli anni Lee diventò la faccia della compagnia e fu pagato milioni di dollari per il suo contributo. Kirby, d'altro canto, non fu trattato alla stessa stregua. A partire dal 1976 la Marvel si rifiutò di restituire le tavole originali ai disegnatori perché avevano firmato un contratto di una pagina che riconosceva alla Marvel l'esclusiva della proprietà mondiale di tutti i diritti.
Solo a Kirby fu spedito per firmare un documento più aggressivo, di ben quattro pagine. Migliaia di pagine di fumetti non gli sarebbero mai state restituite se lui non avesse firmato un accordo nel quale acconsentiva a non contestare né aprire dispute, o assistere altri che contestavano, riguardo la completa, esclusiva e senza restrizioni proprietà della Marvel di sfruttare su tutta la superficie mondiale le opere prodotte per essa in qualsiasi maniera e attraverso qualsiasi mezzo di comunicazione, e l'artista non avrebbe mai reclamare alcun diritto sulle sue opere.
Se Kirby avesse firmato quel contratto, la Marvel gli avrebbe restituito, a mo' di regalo, le sue tavole. Ma che regalo: non gli sarebbe stato permesso di organizzare mostre pubbliche né di venderle. Kirby non firmò mai quel documento di quattro pagine, tuttavia alcuni anni dopo firmò un più breve accordo i cui dettagli non sono stati resi pubblici. Tra il 1960 e il 1970 Kirby disegnò approssimativamente 8000 pagine per la Marvel. Solo 1.900 pagine gli furono restituite.
In una intervista rilasciata a The Comics Journal nel 1986 Kirby così descriveva la Marvel: "Sono delle persone avide. Si sono arraffati il copyright, si sono arraffati i disegni, si sono arraffati le sceneggiature. Sono avidi - questa è la loro politica editoriale. Possono sentirsi nobili. Possono agire come se fossero degli uomini d'affari. Ma per me, agiscono come se fossero degli strangolatori."
Quando la Disnay nel 2009 ha acquistato la Marvel, la famiglia di Kirby è stata tenuta fuori da questo affare. Ne è seguita una causa. Non si trattava della prima volta che un autore intentava una causa contro la Marvel dopo l'annuncio della realizzazione di un film. Nei primi anni '80 Steve Gerber giunse a un accordo per Howard the Duck; più di recente un giudice ha stabilito che Gary Friedrich non ha alcun diritto legare sulla sua creatura, Ghost Rider.
Gli eredi di Kirby hanno incaricato il legale Marc Toberoff, che è il rappresentante anche degli eredi si Jerry Siegel e Joe Shuster nella loro battaglia legale contro la DC/Warner. Lo scorso mese di luglio un giudice federale ha stabilito che tutto il lavoro svolto da Kirby per la Marvel è stato fatto come lavoro dipendente tutelato dal Copyright Act del 1909 e che alcun diritto può essere vantato.
Non sono uno studente di legge. Ma so che Jack Kirby era un giovane inesperto in materia contrattuale. La stessa Giudice Mcmahon ha notato la distinzione tra l'etica e la sua decisione legale "questo caso non deve stabilire se Kirby (e altri freelance che hanno creato personaggi dei fumetti che sono diventati icone della cultura popolare) sia stato trattato gentilmente dalla compagnia per la quale lavorava e di come questa si sia arricchita. Riguarda lo stabilire se il lavoro di Kirby sia qualificato come lavoro dipendente..."
Quello che rende particolarmente sgradevole questa situazione è che l'impero mediatico della Marvel è stato creato sulle spalle di supereroi caratterizzati dalla loro battaglia per la giustizia. Ci vuole una bella faccia tosta a portare sullo schermo personaggi come Thor e Capitan America e rappresentarli mentre combattono per l'onore e la giustizia, mentre dietro le quinte la casa editrice che ne detiene i diritti si comporta come un criminale a sangue freddo. Come scrisse Stan Lee "da grandi poteri derivano grandi responsabilità".
Se Mitt Romney ha ragione, e le corporazioni sono fatte di persone, forse la Marvel/Disney ha la capacità di provare vergogna. In ogni caso sta iniziando una pubblica gogna. Un post scritto Stephen Bissette riguardo il boicottaggio del film dei vendicatori ha raccolto molti consensi nella blogosphera (ve ne ho parlato QUI). [...] e il cartoonist Seth ha scritto "la casa editrice ha mentito riguardo il ruolo di Kirby nella creazione di tutti quei personaggi. Tutti sono consapevoli che si tratta di una menzogna. Tutti coloro che hanno mentito per la compagnia dovrebbero vergognarsi. Stan Lee dovrebbe provare vergogna. Quello che la marvel ha fatto può essere legale, ma di certo non è giusto."
Un boicottaggio del film dei Vendicatori e di tutte le altre pellicole della Marvel colpirebbe certamente nell'unico posto nel quale una corporazione può provare dolore: il fondoschiena. Ma non ho grandi speranze che questo accada. Credo che molta gente creda che interessarsi degli affari di una corporazione sia una cosa sgradevole. Credo che alcuni boicotteranno il film e alcuni appassionati hard-core dei fumetti penseranno che queste persone saranno ben poca cosa, solo un piccolo fastidio.
occupy Marvel
Il complicato rapporto tra autori e case editrici che di questi giorni è di tremenda attualità non finisce qui. La Marvel, infatti, dopo aver vinto la causa intentata nei suoi confronti da Gary Friedrich per la paternità (e lo sfruttamento dei diritti) di Ghost Rider ha deciso di "vendicarsi" dell'autore. A Friedrich è stato presentato un conto salatissimo - la bellezza di 17.000 $ - per le litografie di Ghost Rider da lui vendute nel corso delle Comic Convention. Il calcolo fatto è stato semplice, i legali della Marvel hanno valutato quanto può aver guadagnato l'autore vendendo le stampe negli ultimi anni e gli ha chiesto quella cifra. Il problema è che al momento Friedrich è al verde e la Marvel vuole che quei soldi le siano restituiti subito. La cosa che fa tristemente riflettere è che la Marvel è stata acquistata per 4 milioni di dollari, Nicholas Cage ha recentemente venduto la sua copia di Action Comics # 1 a 2 milioni di dollari (e forse ne ha guadagnati altrettanti per recitare in Ghost Rider) e Gary Friedrich che con le sue idee ha contribuito ad arricchire questi personaggi è squattrinato.
Gary Friedrich
Se la Marvel piange (?) di certo alla Image non ridono. Tony Moore, disegnatore che con Robert Kirkman ha co-creato Battle Pope, the Brit e soprattutto The Walking Dead ha intentato causa nei confronti del suo ex-partner artistico, reo di non avergli riconosciuto la giusta quota sulle royalties.
una illustrazione di Tony Moore
Moore accusa Kirkman e il suo agente di aver tentato di frodarlo nel 2005 quando gli chiesero di intestare i suoi diritti di sfruttamento alla compagni dello sceneggiatore. Moore, che è cresciuto con Kirkman, firmò un contratto che gli riconosceva il 60% dei diritti provenienti dai fumetti di The Walking Dead e The Brit e il 20% dei proventi provenienti dallo sfruttamento cinematografico. Ma a tutt'oggi, nonostante il successo, non ha ricevuto ancora nulla. Da qui la causa.Quello che si nota è, dunque, è che il vecchio modo di concepire la produzione industriale dei fumetti sta iniziando a scricchiolare. Che ci sarà una rivoluzione?