Era da un po', amici lettori e amiche lettrici, che stavo pensando di scrivere questo post. Perché quando è troppo è troppo. Ultimamente, con il crescere e l'affermarsi del fenomeno dell'auto-pubblicazione anche qua in Italia, assisto sempre più basita a liti fra autori e blogger. Schierato da una parte abbiamo l'autore che tristemente ferito nell'orgoglio di scrittore perde le staffe di fronte ad una recensione negativa scrivendo commenti chilometrici sotto il post incolpato. Fin qui cosa c'è di male? Ad una critica si ha diritto di replica. E' legittimo. Trovo però che molti autori (non tutti intendiamoci) non siano capaci di incassare il colpo elegantemente, accettare la critica per quello che è (una semplice critica). Anzi molti si inalberano sulle proprie convinzioni giungendo a spararle grosse. Certi commenti che leggo hanno del surreale. Ecco i più comuni:
-I/le blogger amano criticare le opere degli autori solo perché sono gelose.
-I/le blogger sono esseri ingrati. Noi autori inviamo loro aggratis la nostra creatura e loro che fanno? La distruggono. Dovrebbero mostrare gratitudine semmai.
-Non è possibile che il mio romanzo non ti sia piaciuto! Io ci ho messo tutto il mio impegno. Ho passato le notti in bianco per documentarmi.
-Il libro è piaciuto a tutti e tutti hanno tessuto le sue lodi, se tu scrivi che non ti è piaciuto è sicuramente per farmi dispetto, perché vuoi discreditarmi.
-Le motivazioni che hai addotto sono futili e infondate.
-Hai scritto una recensione solo per abbattermi.
-Prima di scrivere nefandezze sul mio romanzo dovevi contattarmi così ne discutevamo in privato.
Questi sono i commenti che mi sono saltati all'occhio leggendo qua e là sul web e che mi hanno fatto alquanto innervosire. Una domanda mi sorge spontanea. Questo genere di autore si crede forse infallibile? Magari se non riesce ad accettare una critica (un parere) da parte di un lettore (perché questo siamo noi blogger, niente di più, lettrici e qualche volta anche scrittrici, ma quest'ultimo non è il mio caso) non dovrebbe nemmeno esporsi pubblicando in qualsivoglia modo. E' forse implicito nell'accettazione di un libro da recensire il parere positivo? Nessuno nega che nell'atto di dare vita ad un mondo letterario di finzione o non l'autore o l'autrice si impegni duramente, però non si può pretendere che la tua storia piaccia a tutti. Credo, con tutto il mio cuore di blogger e di lettrice, che quando il "recensore" esprime la propria opinione (negativa o positiva che sia) con rispetto e motivazioni valide (la validità di un'affermazione è soggettiva in quanto la lettura di una storia coinvolge l'interiorità del lettore) non debba esserci che l'accettazione e il rispetto, da parte dell'autore, di un'opinione diversa dalla sua.
La parola passa a voi miei cari lettori, che ne pensate?