L'autoritratto non si confronta più con Narciso né con la profondità psicologica con la quale il pittore attraverso la vista scruta la propria anima e i colpi della vita sulla propria faccia (la drammatica serie degli autoritratti di Rembrandt, l'autoritratto del 1988 (vedi) in cui Robert Mapplethorpe raffigura sè stesso davanti alla morte ecc.). Cartier-Bresson che allunga la propria ombra nella campagna di Provenza in una foto del 1999 (vedi) offre una forma di snobismo nel defilarsi. Lui non c'è, nella foto, o meglio c'è solo la sua ombra, e tuttavia sappiamo che c'è, per via della forza autoriale (e autografa, nel senso pieno) della foto stessa. Poiché, come dice R. Barthes, "ogni fotografia è un certificato di presenza". Il punto è: presenza dove? di fronte a cosa? in quale ruolo e con quale identità? Se Narciso ha deluso sè stesso, l'autoritratto si confronta semmai con la materia, con luoghi/non luoghi, con attività dell'uomo chiuse o abbandonate, con altre culture, con i diversi livelli della realtà percepibile, con sè stesso come consumatore, come osservatore inane della natura, ecc. O con il mezzo fotografico stesso, ad esempio quando - come Cartier-Bresson, Mulas e altri - si usa quello che nella foto turistica è un errore (l'ombra del fotografo dentro l'inquadratura) come elemento descrittivo/linguistico, un "sè". In altre parole l'operatore, il fruitore, il soggetto (rispettivamente operator/spectator/spectrum, secondo Barthes) si confondono, a volte si sovrappongono, diventando inidentificabili, mischiando le carte del gioco (le informazioni, le emozioni). Sì, forse gioco è la parola giusta, come quello che potete vedere nel seguito di questo articolo. Del resto, come affermava Susan Sontag, le foto "sono incitamenti a fantasticare". Come dire, potrebbero essere l'inizio di una nuova opera d'arte, di una nuova immaginazione. Il che potrebbe valere anche per la poesia, se solo ci si ferma a riflettere su alcune delle considerazioni fatte sopra, ad esempio sulla "presenza" dell'autore all'interno dell'opera, o all'esterno, nei confronti della realtà circostante, dei suoi possibili "territori".
(continua qui)