Autostrada Tirrenica, nuove lotte e vecchi spettri

Creato il 11 marzo 2014 da Lundici @lundici_it

Quale interesse può maturare la Camorra su una grande opera come l’Autostrada Livorno-Civitavecchia, mentre i cittadini continuano a protestare restando pressoché inascoltati?
Intanto che proseguono i lavori di quest’opera destinata a sottrarre a tutti gli italiani la strada pubblica Aurelia – costruita dai Romani circa 2.300 anni fa – per trasformarla in autostrada, gli abitanti del luogo si oppongono strenuamente, costretti a rivendicare persino i diritti più elementari, a cominciare dal diritto alla mobilità, le cui gravi ricadute già stanno investendo, su tutti, il diritto al lavoro, pregiudicando irrimediabilmente il prosieguo di una vita serena.

Lo scorso 11 gennaio, mentre appariva su “L’Undici” lo scritto “Questa non è più la mi Maremma”, centinaia di cittadini si radunavano sulla SS162. Hanno marciato, alcuni a piedi, altri a bordo di trattori, altri ancora in sella ai loro bellissimi cavalli, fino a sera, quando hanno stabilito un presidio dal quale hanno fatto sentire, nonostante il freddo, la loro voce nitida e forte che è giunta fino al palazzo del prefetto di Viterbo. La dott.ssa Antonella Scolamiero non ha fatto trascorrere molto tempo prima di ascoltare da vicino ciò che dettagliavano nei loro “esposti”. Lo stesso trattamento non hanno però ricevuto da colui che racchiude in sé controllore e controllato, Antonio Bargone. Per tale incompatibilità, il M5S ha presentato il 15 gennaio scorso un’interrogazione parlamentare chiedendo una risposta al ministro Lupi. Il personaggio, amato da D’Alema ma inviso a moltissimi cittadini, ha fatto sapere – comunicando al prefetto – che i lavori richiesti saranno abbinati a quelli del lotto B6 (il tratto successivo).

Queste ed altre preoccupazioni i cittadini hanno portato fino a Firenze, per il sit-in del 26 febbraio scorso, al termine del quale i politici riuniti per il consiglio regionale non hanno trovato il tempo per dare udienza a conterranei accorsi da più parti della Maremma.

Il legittimo dubbio dei cittadini si trasla in una domanda che, in fondo, accomuna molte popolazioni, anche oltre i confini nazionali: “Per quale motivo i diritti rivendicati dai cittadini (molto spesso) non vengono condivisi dal potere?”.

La risposta sembra quasi pleonastica, visto che nell’animo di chi abita il potere alberga un’ottica diversa – distorta – della realtà, nella quale solo raramente, e per caso, si concilierà il diritto dei cittadini ad un’esistenza libera e dignitosa con lo scopo dei potenti di accumulare ricchezze. Qualcuno, però, potrebbe obiettare sul termine “potere” ma, pur mettendomi d’impegno a scartabellare nella mia memoria o a consultare i migliori dizionari, non riuscirei a trovare un lemma sostitutivo, magari anche spregiativo, e non carico quindi di tutta la potenza evocativa di “potere”. Quest’ultimo rimane l’unico possibile, in grado di descrivere gli attori che ne fanno parte, e che in esso si fondono, svisandosi artatamente, col chiaro intento di confondere gli odierni luoghi di provenienza: politica, imprenditoria e criminalità organizzata.

Per contrastare questo sistema – potere frammisto – i cittadini sono costretti a prove dure, come vigilare sui lavori, sempre, di giorno e di notte. Ma c’è un altro spazio da garantire ai cittadini, ai comitati civici, alle associazioni: un posto intorno ai tavoli tecnici, una voce da ascoltare più di tutte.

Incantevole Maremma

A confermare la tesi di non abbassare la guardia, e di temere azioni peggiori di quelle che si mostrano in superficie, sono le ultime scoperte più o meno recenti, come quella del rinvenimento di sostanze tossiche nel tratto autostradale Milano-Brescia.
Ma la notizia più agghiacciante, riguarda proprio la Toscana, le cui meravigliose terre sono state prese di mira non solo dai clan camorristici e dagli imprenditori, come emerge dall’allarme lanciato dal procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, secondo il quale è riduttivo parlare ancora di ecomafie. Esiste, infatti, una criminalità ambientale che va oltre le mafie e che ha bisogno di appoggi esterni, nell’economia e nella politica. (ndt)

Prima che accadano, quindi, scempi simili a quelli perpetrati altrove, tra cui la mia Campania, è necessario l’impegno di tutti i cittadini onesti, il loro aiuto è prezioso e vitale. Spesso una tempestiva comunicazione può essere di grande aiuto agli inquirenti e di efficace contrasto ai piani del potere frammisto il quale, per quegli smaltimenti illeciti, si rifa essenzialmente a tecniche consolidate. Innanzitutto, ha bisogno di spazi da riempire: scavi profondi nei terreni, cave… In queste ultime, poi, potrebbe avvenire l’inimmaginabile: i rifiuti speciali mescolati al calcestruzzo darebbero origine ad un prodotto da utilizzare per la costruzione di strade e case.

La situazione è molto grave e forse non è un caso che, nello stesso periodo, in Campania e in Toscana (ovviamente con le più che dovute proporzioni) nomi tristemente noti affiorino in riferimento a due nuove zone. A parlare sono, rispettivamente, il dott. A. Marfella e Samuele Segoni, del M5S. Il primo dichiara che, se non si contrasta adeguatamente, a breve avremo un altro “Triangolo della morte”, individuato tra Avellino, Benevento e Salerno (devastando in tal modo l’intera regione).

Per il territorio toscano, invece, la paura che sia costellato da discariche abusive arriva anche in Parlamento. Il 23 gennaio scorso Samuele Segoni, deputato aretino del Movimento Cinque Stelle, membro della commissione ambiente parla di “una piccola Terra dei fuochi nel triangolo delle cave di Quarata”, in provincia di Arezzo.

L’elenco di reati che ruotano intorno ai rifiuti è purtroppo lungo e le notizie risalgono anche a dieci anni fa. È infatti nel 2004 che La guardia forestale trova 13mila tonnellate di pietrisco mescolato a rifiuti in un cantiere per il raddoppio dell’autostrada Siena-Bettolle. Materiale pericoloso che, invece di essere distrutto, doveva essere utilizzato per il manto stradale.

Legittimo il timore, quindi, che i 206 chilometri dell’Autostrada tirrenica possano fornire numerose occasioni di smaltimento illecito ai signori del malaffare. Mentre la gente è occupata, ovviamente, nelle faccende della vita, un piccolo e malvagio gruppetto di loschi figuri opera per aumentare i propri capitali a danno di tutti, consapevolmente. Tali personaggi possono agire in qualunque momento e ovunque, soprattutto quando uno meno se lo aspetta: “No, cosa vai a pensare, qui non verranno mai a smaltire”.


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