Magazine Atletica
Stamani mi recavo alla Falchera, quartiere alla periferia nord di Torino, con l’impressione di partecipare al remake della gara di un anno fa. Era infatti come se un titanico ma pigro scenografo avesse utilizzato i fondali dell’edizione 2009, con qualche positiva differenza: pioggerella invece di pioggia; terreno (nel tratto sterrato) molto allentato, ma non pantano; qualche pozzangherina evitabile, anzichè simil-laghetti artificiali ove annegare obbligatoriamente le scarpe. Nutrito parterre di blogger al via: Avantindre, Stoppre, Guido, Enrico de La Polisportiva Franconi ed Enfia ognuno con la propria ambizione. Per alcuni di questi la gara era solo un allenamento, la tappa di un personale percorso di avvicinamento a qualcos’altro. Per me era tappa e obiettivo nello stesso tempo. Voglia di rifarmi dell’’edizione del 2009 intanto, per dimostrare d’esser podisticamente cresciuto (centrato) e voglia di smentire a me stesso la presunta emergenza lentezza degli ultimi giorni di allenamento. E come obiettivo secondario, ad insaporire la competizione con un pò di aggiuntivo pepe agonistico, superare una podista d’alto lignaggio.
Al via la podista ha già preso il largo e visto come fila decido di tenere il mio passo, altrimenti sono organi genitali maschili amari. “Magari rallenta” penso, ma mentre lo penso non mi credo. Non rallenterà, appunto e, per la cronaca, all’arrivo ci separeranno circa una ventina di posizioni. Partito al di sopra delle mie possibilità attuali, come quasi sempre quest’anno, ho progressivamente rallentato, come quasi sempre quest’anno. Colpa sopratutto di un tratto di sterrato. Non lunghissimo comunque, ma che comprende al suo interno anche un piccolo cavalcavia. Lì scendo a 4.25. Alla fine del primo giro mi affianca il blogger Avantindrè, tornato indietro (?) per fare più chilometri e mi starà accanto per tutta la gara residua, incitandomi ed elargendomi consigli preziosi. Io però sono (o almeno mi sento) quasi alla frutta e glielo faccio presente, ma lui mi dice che se ho fiato per parlare, ne ho anche per continuare a correre e non ha tutti i torti, in fondo. Sono comunque in riserva e durante il tratto di sterrato, percorso per la seconda volta, rallento ancora di più della volta prima, a 4.30. Ma quando la nuda terra si trasforma in cemento seguo il consiglio dell’amico blogger che mi suggerisce di correre rilassato allungando la falcata. All’ultimo chilometro mi incita a dare tutto ma il mio tutto l’ho già dato alcuni chilometri prima e mi limito a galleggiare sul filo dei 4.18, che saranno il mio tempo finale.Tracciato misto poco scenografico,snodatosi tra palazzoni di periferia e sentieri di una campagna assediata dal cemento della tangenziale; a volte così stretto da costringere alla fila indiana, generosamente ampio in altri. Va detto comunque che l’impegno degli organizzatori ha colorato di vita una domenica altrimenti spenta.
Il risultato:
163 esimo su 369
34esimo della mia categoria
Passo medio 4.18 al chilometro. Moderatamente soddisfatto.
Ora mi attendono altre due garette, poi prevedo un periodo di calma agonistica, per dare priorità alla preparazione e salvaguardare il rapporto con la mia ragazza, non necessariamente in quest’ordine. Svanita la possibilità, per impegni musicali, di partecipare alla Cursa de Natale, è possibile che soddisfi la mia personale voglia di Francia 9 gennaio, a Nizza.
Un saluto a tutti.
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