Autunno caldo

Da Renzomazzetti

THERIOS:la classe lavoratrice o è rivoluzionaria o non è nulla,lo disse anche Karl Marx.

 Quando ormai la pressione degli studenti sembrava avvicinarsi ad un triste declino, dilagò in Italia la riscossa operaia, maturata nel lungo cammino di un decennio, in forme inedite, costruite in una lunga sperimentazione. Per anni, in un paese come era allora l’Italia e nella stretta feroce del dopoguerra, la tutela del lavoro sembrava realizzarsi innanzitutto nella conquista dell’occupazione e di un salario da portare a casa. La fabbrica era il luogo agognato del lavoro: visto quasi come la sede preliminare della dignità (”Il lavoro è la mia dignità”, avevo sentito dalla bocca di un operaio) e della cittadinanza.

Quello scontro sulle gabbie salariali dovette fronteggiare una reazione padronale spesso violenta, sorretta da una tenace organizzazione del crumiraggio. Il conflitto durò quasi due anni. Fino a culminare in quello sciopero generale unitario del 12 febbraio 1969 contro le gabbie salariali, che segnò un vero e proprio traguardo di civiltà. E già l’azione generale del sindacato guardava oltre, con la rivendicazione di una riforma delle pensioni che era anche la realizzazione di una alleanza di generazioni.

indovina   l’indovinello:

chi   è   l’ A U T O R E ? ? ? ? ? ? ?

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I  L    P  I  T  T  O  R  E

Una volta c’era un pittore

povero in canna:

non aveva nemmeno un colore,

e per fare i pennelli

si era strappati i capelli.

Andò dal padrone del Blu

e gli disse: Per favore, dammi tu

un po’ di colore

per dipingere un cielo.

Ma mica tanto, un soffio, un velo.

Vattene, vattene, fannullone,

pezzo di accattone,

se non vuoi che ti lisci il groppone

col bastone!

Andò dal padrone del Giallo

e gli disse così:

Prestami qualche avanzo

di colore, un ritaglio,

abbastanza per fare un girasole.

Ma quello lo aggredì

con un torrente di male parole:

Pezzente, delinquente,

la finisci di seccare la gente!

Andò dal padrone del Verde,

andò dal padrone del Bruno,

ma non gli dava retta nessuno.

Infine pensò:

Il Rosso ce l’ho!
Detto fatto un dito si tagliò.

E il Rosso gocciò sulla tela:

era una lacrima appena,

una perla di sangue,

ma tinse in un istante

la tela intiera,

rossa come un falò di primavera,

rossa come una bandiera,

come un milione di rose.

E il povero pittore

adesso che aveva un colore

si sentì ricco più di un imperatore.

-Gianni   Rodari-

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