“Non sa recitare, non sa cantare e non riesce nemmeno parlare, ma è fantastica” dicono che esclamasse il Talent Scout della Metro Goldwin Mayer. dopo aver fatto il provino alla 18enne Ava Gardner. Non era eleganza o grazia, ma qualcosa di molto più forte, una sensualità quasi animalesca che veniva fuori appena ti guardava o gettava indietro la testa. Hollywood la cominciò a sfruttare in piccole parti e in film di serie B, spesso non inserendo neanche il suo nome nel cast e, fosse stato per la MGM, forse Ava Gardner non avrebbe mai fatto strada. Nel 1946, ed erano più di 5 anni che lavorava con la Metro, riuscì a imporsi con il film “The Killers,” solo perchè era stata prestata a un’altra produzione, la Universal. Dopo fu una diva acclamata, anche se i maligni a lungo seguitarono a dire che non sapeva recitare e tanto meno riusciva a parlare… con quel terribile accento strascicato della Carolina del Nord. Lei per tutta la vita fu ossessionata dal fatto che non era all’altezza, e la facevano recitare solo per il suo aspetto fisico. In quello che considerava l’inferno dello Star System di Hollywood, aveva cercato di costruirsi una vita privata, ma già due matrimoni erano andati a rotoli e a gran velocità. Era il 1949 quando incontrò Frank Sinatra, forse non felicemente, ma sicuramente sposato da parecchi anni con la stessa donna con la quale aveva tre figli. Frank era abituato a tradire la moglie ma il fatto che fosse cattolico gli aveva impedito sino a quel momento di divorziare. Con Ava però era tutto diverso. Lui prese il coraggio, divorziò e nel 1951 si sposarono. La carriera di lei andava a gonfie vele, sia pure negli stereotipati ruoli di femme fatale, quella di Frank Sinatra stava scendendo una china pericolosa… Senza contratti rinnovati, scaricato anche dal suo agente, in quel periodo – e fu lungo, dal 1950 al 1953- a Sinatra era rimasto solo di cantare a Las Vegas o nei Casino Indiani. il matrimonio con Ava fu subito agitato, forse lei era troppo bella… Arrivarono a dire che Frank aveva tentato il suicidio. In realtà per richiamare su di sé l’attenzione della moglie, di cui era gelosissimo, aveva sparato dentro un cuscino, mentre Ava era girata… Ma lei, a quel marito in crisi e senza soldi, voleva veramente bene, pagava i regali per i suoi figli, i biglietti aerei per farsi accompagnare in giro per il mondo dove lei incedeva come una regina mentre lui, che appariva sempre un passo indietro era lì emaciato e come rattrappito. Quando lo vide ancora più disperato, lei riuscì a procurargli una parte secondaria nel film “Di qui all’eternità”… Sembrava una cosa qualunque per non vederlo girare per casa attaccato alla bottiglia del Whiskey e invece il soldato Angelo Maggio fu un Oscar e una carriera ripresa. Ma poichè alla fine tutto sembra che si deve pagare, a farne le spese fu il matrimonio, sommerso da una valanga di gossip … Si vede che il divorzio a Hollywood rendeva di più! Riportarono persino come prova di alto tradimento le foto di Ava con il cantante nero Sammy Davis jr, scattate per lavoro, alla presenza di Frank Sinatra.
Fra Ava e Frank non ci furono figli, ma anni dopo, quando ormai non aveva più nulla da temere da Hollywood lei disse la verità. Per due volte era stata costretta ad abortire per non dover pagare penali spaventose alla casa di produzione. “Non saremmo stati più in grado neanche di badare a noi stessi, come avremmo fatto a tirare su un figlio?”
Il divorzio arrivò nel 1957. Lui sposò una giovanissima Mia Farrow, ma la cosa non resse. Lei ormai si era liberata di Hollywood e lavorava soprattutto in Europa. Era felice in Spagna, avvolta nell’amicizia ricca ed esuberante di Ernest Hemingway e del mondo affascinente dei toreri, in cui ballava il Flamenco sino all’alba. Nel 1957 usci “Il Sole Sorgerà Ancora”, il terzo film della Gardner dopo “the killers” e “Le Nevi del Kilimangiaro” tratto da un opera di Hemingway. Il ruolo dell’elegante, sofisticata Lady Brett se lo portò addosso come un modello nella vita reale e si innamorò di Louis Miguel Dominguin il torero più bravo e forse l’uomo più bello di Spagna. Ma non si sposò più.
Poi venne il declino. Dopo dodici anni andò via dalla Spagna, perseguitata dal fisco e si chiuse così il periodo più sereno della sua vita. Andò in Inghilterra, ma la salute
cominciava a mancare. Troppe sigarette e troppo alcool, forse per tamponare quel senso di inadeguatezza che si era portata appresso tutta la vita. Ma Frank Sinatra non l’aveva assolutamente dimenticata, teneva una sua statua a grandezza naturale in giardino e dopo tanti anni ricominciò a chiederle con insistenza di sposarlo. Lei rifiutò. Forse non voleva farsi vedere malata e invecchiata. Lui sposò un’altra alla fine, ma quando seppe che lei era grave insistette per pagarle tutte le spese e portarla in America per fare gli ultimi inutili tentativi. Dissero che si disperò e pianse per giorni e giorni quando seppe della sua morte… Lui non l’aveva mai dimenticata. Di sicuro aveva avuto le donne più belle del mondo, ma Ava era stata la più bella.In ricordo di una diva che ha segnato un’epoca con la sua bellezza e in omaggio alla Spagna, il Paese lontano che le ha consentito di recuperare la sua identità di donna, dedichiamo questa “Paella” ricca di colori e densa di sapori, dentro la quale si può sempre ritrovare la gioia e il senso della vita.
PAELLA ALLA VALENCIANA
INGREDIENTI per 4 persone: 300 grammi di riso, 2 salsicce, 3 cosce di pollo (fuselli), 100 grammi di lonza di maiale, 300 grammi di cozze, 2 calamari, 300 grammi di gamberi, 4 scampi, 150 grammi di piselli piccolissimi e dolci, 2 peperoni, 100 ml di vino bianco, 500 ml di brodo di carne, 1 cipolla e 1/2, 1 spicchio di aglio, 1 cucchiaino di paprika, 1 bustina di zafferano, olio extra vergine di oliva q. b.,prezzemolo alcune foglie.
PREPARAZIONE: in una casseruolina scaldate un po’ di olio extra vergine di oliva con qualche anello di cipolla, aggiungete i piselli, il prezzemolo e copriteli con l’acqua, facendoli cuocere per non più di 5 minuti.
Arrostite i peperoni su una griglia, poi spellarli e togliere torsolo e semi, riducendoli a strisce e tenendoli da parte.Nell’apposita padella di ferro,”la Paellera”, fate appassire la cipolla affettata con qualche cucchiaio di olio extra vergine di oliva, aggiungete i fuselli di pollo e fateli rosolare 10 minuti circa, sfumando a metà cottura con la metà del vino bianco. Una volta rosolati,teneteli da parte. Nella stessa paellera aggiungete la salsiccia sbriciolata, la lonza tagliata a pezzetti e la paprika. Fate cuocere 5 minuti sfumando la carne con il resto del vino.
Eliminate la pelle ai fuselli di pollo e riduceteli a grossi pezzi, quindi aggiungeteli al resto delle carni. Aggiungete i piselli ,scolati della loro acqua, i peperoni, aggiustate di sale e terminate la cottura.
Mentre le carni terminano la loro cottura, pulite i calamari e sgusciate i gamberi. In un altra padella fate soffriggere uno spicchio d’aglio nell’olio extra vergine di oliva e, appena raggiunto il colore madreperlaceo, aggiungete i calamari tagliati ad anelli, i gamberi e fateli cuocere per 3 – 4 minuti.
Nel brodo di carne messo a scaldare in una pentola aggiungete la bustina di zafferano e accendete il forno per portarlo alla temperatura di 180°C.
Versate nella paellera calamari e gamberi con il sugo di cottura e mescolate. Aggiungete il riso e coprite con il brodo. Disponete gli scampi sulla paelleraa in modo da formare decorazione, coprite con la carta argentata e infornate per circa 20 minuti,il tempo cioè di cottura del riso.
Durante la cottura pulite le cozze togliendo le incrostazioni e fate aprire le valve su fiamma viva, in una padella dove avrete aggiunto dell’acqua. Scaduti i 20 minuti estraete la paellera dal forno e se c’è ancora liquido del brodo fatelo ritirare sul fornello a fiamma alta.
Servite la Paella portando direttamente a tavola il recipiente di cottura e completate la guarnizione con cozze e fette di limone.