Avanti cosi'!

Creato il 17 luglio 2010 da Astonvilla

Il compagno da saltare come se fosse l’avversario della vita. Il professor Lerda, cappellino in testa e lavagna in mano, insegna e ripassa la lezione con il ritmo di una partita perché i suoi allenamenti durano 90 minuti, mattina e pomeriggio. Il nuovo Toro si presenta oggi sul piccolo campo alla periferia di Norcia dove è in agenda la prima amichevole di stagione: granata contro il Viole, formazione di prima categoria. Cantiere aperto, grandi manovre in corso, ma anche colpi da mettere in archivio: ultimo della serie aperta da D’Ambrosio (riscattato dalla Juve Stabia), arricchita da Iunco e dai baby Cofie e Lazarevic e passata dal rinnovo del prestito di Garofalo, porta la firma di Di Cesare.
Il Toro ha un nuovo difensore, romano di nascita, laziale di formazione (è cresciuto nelle giovanili biancocelesti) e con due anni di esperienza alla scuola del Chelsea a Londra. Di Cesare sbarca a Torino perché così ha voluto fortemente il presidente granata Urbano Cairo, entrato in campo quando l’affare sembrava ormai annacquato. Il Toro cercava Di Cesare, Di Cesare il Toro, ma il Vicenza chiedeva come contropartita Paolo Zanetti. «C’è l’Atalanta di Colantuono che ci ha chiesto il giocatore e che è pronta a chiudere l’operazione senza inserire giocatori nella trattativa...», si è sentito ripetere il direttore sportivo Petrachi. Di Cesare alle dipendenze dell’ex condottiero granata che nella notte della disfatta di Brescia ha avuto la delicatezza di presentarsi in sala stampa dicendo «Io me ne vado a Bergamo, torno a casa»? Cairo ha alzato il telefono è ha dato l’ok a chiudere l’affare aumentando la posta: il prezzo giusto è salito fino a sfiorare il milione e mezzo,, acquisto a titolo definitivo e senza alcuna contropartita tecnica, i termini dell’accordo fra il Toro e il Vicenza.
La stagione granata alza il sipario. Prima un avversario di prima categoria, poi un club del campionato promozione, uno dei dilettanti e, infine, il Frosinone: questa la tabella scritta da Lerda. Questo pomeriggio, il tecnico chiederà al gruppo di mettere in pratica quella che è la sua filosofia di gioco: palla a terra, intensità nelle trame, corsie esterne come grimaldello per aprire le difese avversarie. Gli interpreti cambieranno ancora da qui al 31 agosto, giorno di chiusura del mercato, ma il prodotto dovrà essere sempre lo stesso. «Ho capito che ci divertiremo, Lerda vuole arrivare al successo giocando bene...», così Garofalo, da 48 ore di nuovo parte integrante del gruppo. «Ispiriamoci alla Spagna, si vince quando hai un progetto di gioco e Lerda ce l’ha...», aveva spiegato Rolando Bianchi.
A Norcia, i tifosi granata osservano con curiosità il lavoro di un tecnico che ama spiegare i suoi comandamenti. Difesa, centrocampo e attacco: la cura del particolare è maniacale. Là dietro, guai a sprecare un pallone perché l’azione ha successo se accompagnata fin dal suo nascere. In mezzo al campo, i due centrali non devono mai perdere la posizione e là davanti a Iunco, Abbruscato e Gasbarroni (in attesa, forse, di Gabionetta) il compito di dialogare con Bianchi. E Di Michele? Fa parte del gruppo, entra ed esce dal campo, ma quando Lerda prepara gli schemi per la nuova avventura, resta ai margini.

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