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Avanti popolo: a Fano parte l’azionariato di base
Creato il 14 gennaio 2016 da Stefano Pagnozzi @StefPag82FANO – Tra sacro e profano. C’è chi in giro per il mondo va aprendo porte sante a iosa e c’è pure chi in riva al Metauro schiude l’uscio della stanza dei bottoni ai tifosi. La decisione di patron Gabellini di cedere la quota del 10% delle azioni del sodalizio granata alla cooperativa ‘Alma nel cuore’ presieduta dall’avvocato Orciani è in un certo senso storica, almeno a livello locale.
Già diverse volte in passato si era infatti vagheggiato di una partecipazione popolare alle sorti del club. Era accaduto soprattutto nei momenti difficili, coincidenti con congiunture finanziarie critiche ovvero nelle delicate operazioni di passaggio di proprietà. Per un motivo o per un altro, tuttavia non se ne era mai fatto nulla e l’ipotesi era sempre rimasta allo stato delle pie intenzioni. Ora finalmente ci siamo. L’iniziativa, benedetta con tutte i crismi anche dalle più alte cariche istituzionali, sembra partire con il piede giusto ed è in possesso di tutte le carte in regola per riuscire in pieno nei suoi intenti. Centrando così obiettivi diretti e indiretti, in taluni casi palesi e in altri ancora latenti. La base dei sostenitori avrà da oggi in avanti una sua rappresentanza nel consiglio di amministrazione del club e potrà dunque svolgere funzioni di garanzia e controllo, nel totale rispetto delle regole democratiche. Un ruolo puramente formale, dirà qualcuno. Neppure per sogno, perché, nelle piccole o grandi decisioni, guai a lasciare inascoltata la voce della piazza. Provate a farlo, ed è successo davvero, al Manchester United, dove esiste il Supporters Trust (così si chiamano simili esperienze Oltremanica, dove hanno avuto inizio e sono ormai largamente diffuse) più vasto al mondo con oltre duecentomila soci, e ve ne accorgerete. Ma sarà anche un modo per agganciare la massima espressione sportiva cittadina alla gente, facendo sì che la comunità non si limiti a presenziare al sacro rito domenicale, eterna malattia di tutti noi, ma viva con i propri colori in un rapporto di simbiosi continua, che si articola lungo l’intero arco della settimana attraverso eventi sociali, momenti educativi (si pensi all’importantissimo legame con le scuole), occasioni benefiche e circostanze aggregative.
Infine, ed è forse la speranza maggiore, il coinvolgimento di massa potrà fungere da cavallo di Troia per attirare alla causa quegli imprenditori piccoli, medi o grandi che da sempre fanno gli indiani e, con censurabile ignavia, lasciano fare puntualmente ad altri, evitando di prendere a cuore quello che è un patrimonio comune. Coraggio, allora. Diamoci tutti quanti una mossa e facciamoci avanti senza paura. Perché ha ragione Arbore: più siamo e meglio stiamo.
Da: pu24.it