Ne parlavo proprio nei giorni scorsi non mi ricordo più con chi, se si vuol (veramente si dovrebbe, senza se e senza ma) parlare, festeggiare, celebrare il Risorgimento, non si può prescindere, volenti o nolenti, dai Savoia. Il dopo, dalle cannonate di Bava Beccaris ordinate da Umberto I alla firma di Vittorio Emanuele III sotto alle leggi razziali, passando per altri fatti ancor meno edificanti, non è stato “brillante”, ma Vittorio Emanuele II è uno di quelli che questa nostra Italia ha contribuito a farla. Oggi la dinastia, estromessa definitivamente dalle italiche vicende con il referendum del 1946, è dilaniata dalle lotte intestine e uno dei suoi rappresentanti ha imboccato, fra mille polemiche, la strada dello show businnes. Amedeo, quinto duca d’Aosta e trisnipote del primo re d’Italia, ha deciso di raccontare a Sette, il magazine del Corriere della Sera, la sua versione dei fatti e i motivi per i quali, secondo lui, il lontano cugino non è assolutamente “degno del nome della famiglia”.
L’intervista lunga e molto articolata, è particolarmente interessante anche perché il Duca si racconta senza peli sulla lingua e parla con molta chiarezza dei suoi rapporti con il “pretendente al trono”, il figlio del Re di Maggio, Vittorio Emanuele e delle scelte di Emanuele Filiberto, ormai lanciatissimo fra programmi tv e fiction, che vanno “a danno di Casa Savoia”. Custode delle memorie familiari, in particolare per quello che riguarda il suo ramo, il duca d’Aosta sta lavorando alla revisione dei diari dello zio omonimo, l’eroe dell’Amba Alagi, e guarda con estrema obiettività al passato dei Savoia. “Nel Novecento – dice – la dinastia ha sbagliato quasi tutto, come uno slalom corso fuori dalle porte”.
Otto pagine e la copertina dedicate ai Savoia, sulla rivista settimanale di uno dei giornali più letti e più autorevoli d’Italia. E poi c’è chi dice che i reali non sono di moda e non fanno notizia.
Ah, dimenticavo, le otto pagine comprendono anche un bellissimo articolo di Luciano Regolo, giornalista ma in questo caso soprattutto biografo di molti Savoia, dalla “regina incompresa” Maria Josè al Re di Maggio, Umberto II. Un excursus veloce per saperne di più sulla dinastia dell’Unità d’Italia, dal “Testa di Ferro” cinquecentesco al cantante contemporaneo. Stesso nome, destini diversi, molto diversi.
ps mi scuso per la foto moooolto personale, però me l’ha fatta ieri notte la mia metà che era decisamente a terra per le note vicende e così, con questo contributo al sito, ha cercato di dare un senso alla sua vita ormai orfana dei Campionati Mondiali …
ps 2 immagino che adesso siate curiosi, Sette dovrebbe essere in edicola per diversi giorni, ovviamente io qua non posso riprodurre il testo per intero e per stralci non avrebbe molto senso. Forse esiste un link da qualche parte, ma non lo trovo, ringrazio in anticipo chi trovandolo me lo segnalasse.