Magazine Cinema

Avatar: L’ultimo Dominatore dell’Aria

Creato il 28 settembre 2010 da Enmig

Avatar: L’ultimo Dominatore dell’Aria

Acqua.
Terra.
Fuoco.
Aria.
Molto tempo fa nel mondo regnava la più completa armonia, poi tutto cambiò quando la nazione del fuoco decise di attaccare. Solo l’avatar, padrone di tutti e quattro gli elementi poteva fermarli, ma quando il mondo aveva più bisogno di lui scomparve.
Sono passati 100 anni e io e mio fratello abbiamo scoperto il nuovo avatar, un dominatore dell’aria di nome Aang.
Ma nonostante la sua abilità nel dominio dell’aria ha ancora molto da imparare.
Ma io ne sono certa: Aang salverà il mondo!

Non fatevi ingannare dal titolo, anche se c’è la parola “Avatar” non ha niente a che fare con il film Avatar di Cameron!
L’ultimo dominatore dell’aria è invece la trasposizione su pellicola della prima stagione del cartone animato Avatar: la leggenda di Aang, cartone USA della Nickelodeon.

La regia del film è stata affidata a Shyamalan, fortunato regista de Il sesto senso.
La trama è semplice e non credo sia necessario aggiungere molto all’introduzione: Aang è un ragazzo di 12 anni che scopre di non essere solo un dominatore dell’aria (una persona cioè in grado di controllare questo elemento), ma l’Avatar, una creatura di collegamento tra il mondo degli uomini e quello degli spiriti che ha il compito di mantenere l’equilibrio nel mondo. La sua avventura inizia quando dopo 100 anni di ibernazione negli iceberg del polo Sud, al suo risveglio scopre che la Nazione del Fuoco ha dichiarato guerra al mondo intero e avrà meno di un anno per imparare a controllare tutti e quattro gli elementi (lui è l’unico in grado di farlo) per impedire al signore del fuoco di conquistare il mondo!

Avatar: L’ultimo Dominatore dell’Aria

Il film è solo il primo di una trilogia, anche se le molte critiche ricevute negli Usa fanno temere che come La bussola d’oro questa trilogia resterà incompiuta. L’ultimo dominatore dell’aria, ripercorre gli avvenimenti della prima stagione, il “libro dell’acqua”, durante il quale il protagonista si concentra proprio sull’imparare il dominio dell’acqua e le sue avventure più rilevanti avvengono nelle terre della tribù dell’acqua.

Quando il mio Capo mi propose di scrivere una recensione su questo film, qualche settimana fa, ho pensato che sarei stato costretto a guardare anche la serie, al fine di capire meglio il film.
Così, molto scettico, ho iniziato con le prime puntate, per poi nel giro di una settimana guardarmi tutti e 61 gli episodi che compongono le tre serie! Si, mi è piaciuto, per essere il solito cartone animato per bambini, ho trovato che fosse molto ispirato (idee semplici ma sviluppate in modo geniale) e i contenuti molto validi (lo dimostra anche il fatto che la serie ha vinto moltissimi premi della critica e non in America).

Ovviamente, come spesso accade quando piace molto un libro, la versione cinematografica mi ha lasciato un po’ perplesso, sembrava che il regista cercasse di mettere tutte le informazioni possibili e tutti gli elementi per compiacere i fan, curando poco la fluidità della storia. Più di una volta, ad esempio, il protagonista chiede aiuto ad uno spirito drago. Chi non conosce il cartone non potrà mai capire che lo spirito drago era l’animale fidato dell’avatar Roku, incarnazione precedente dello stesso protagonista (che nel film è stata eliminata e sostituita dal dragone parlante).
Inoltre ci sono molte differenze tra cartone e film. La maggior parte dei personaggi è sparita (le guerriere di Kyoshi ad esempio, che nella storia ricoprono un ruolo fondamentale o altri personaggi che poi ritornano più volte durante l’arco narrativo delle tre stagioni).
Non è andata meglio ai personaggi che sono comparsi! Dai più marginali agli stessi protagonisti. Aang, che nel cartone è delineato come una persona sempre allegra, Sokka che è esageratamente comico e Katara materna e alle volte acida sono stati svuotati completamente delle loro caratteristiche. Anche per gli antagonisti è successo lo stesso: Ozai, perfido e spaventoso signore del fuoco, che non viene mai visto in volto fino agli ultimi episodi dell’ultima serie, diventa un personaggio piatto che gira per il castello allegramente. Iroh, generale e fratello maggiore del signore del fuoco, poi ha subito i maggiori cambiamenti: è passato da saggio e simpatico vecchietto sempre pronto a uscirsene con qualche proverbio strano per aiutare l’amatissimo nipote a uomo prestante, giovane poco simpatico e poco interessante.

Preferisco poi non parlare troppo del doppiaggio (di questo non posso incolpare il regista)! Le voci dei doppiatori erano sconosciute e in più di una occasione fuori sincro (non ho neanche capito perchè non sono state usate le voci dei doppiatori ufficiali della serie).
Personalmente ho trovato il risultato finale un po’ un fiasco.
Ho però chiesto la collaborazione dell’altra redattrice del sito, Melissa (vedi suo ultimo articolo), che non ha visto neanche un episodio della serie animata ed ha così commentato: “Il film mi è piaciuto. Malgrado non avessi neanche sentito parlare del cartone sono riuscita a seguire il film senza problemi. Sicuramente mi andrò a vedere qualche episodio!”.

Per concludere: la serie merita veramente la vostra attenzione e avrebbe meritato più cura e rispetto da parte di Shyamalan, che avrebbe potuto evitare di recitare una parte al suo interno (anche piuttosto lunga e rilevante) e avrebbe potuto dedicare più tempo allo scrivere la sceneggiatura.
Spero nell’uscita del seguito, ma forse sarebbe il caso di provare con un altro regista.
Anche se è nota “l’intermittenza” di Shyamalan nel girare film, quindi il prossimo potrebbe venir fuori meraviglioso!

Tributo a Aang:

Avatar: L’ultimo Dominatore dell’Aria


Filed under: Cinema e Tv

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :