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Avellino: ritirate le proposte del Prefetto

Creato il 28 luglio 2015 da Yellowflate @yellowflate
Avellino: ritirate le proposte del Prefetto

Ritirato lo sconcertante provvedimento del Prefetto di Avellino che voleva obbligare le Forze di Polizia a non adempiere a quanto previsto nel Codice della Strada, il Coisp: "Ma se non fossimo intervenuti dando l'allarme? I Vertici istituzionali non possono ignorare l'accaduto"

"Per fortuna il provvedimento della vergogna del Prefetto di Avellino è stato ritirato. Ma, a ben vedere, non è corretto dire 'per fortuna'. Quell'atto delirante è stato neutralizzato, in verità, perché l'allarme che abbiamo lanciato denunciando l'abominio di un Prefetto che voleva obbligare le Forze di Polizia a non adempiere a quanto previsto dalla legge ha scatenato un putiferio. Ma non passa inosservato il mancato intervento forte, chiaro e diretto, delle Autorità competenti a chiedere conto a questo rappresentante del Governo dell'incredibile passo falso che ha compiuto in danno della legalità e della sicurezza".

Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, commenta il ritiro dell'atto inviato dal Prefetto di Avellino alle Forze di Polizia con cui il massimo rappresentante del Governo in provincia invitava, anzi obbligava, le Forze dell'Ordine a non ritirare la patente a chi venisse trovato alla guida positivo al test alcolimetro, per valori compresi tra 0.81 e 1,5 g.i, come invece previsto dall'art. 186 comma 2 lett. B del vigente Codice della Strada. Un dietro front che giunge a circa una settimana dall'emanazione del provvedimento, dopo le vibrate proteste soprattutto del Sindacato Indipendente, che ha manifestato tutto il proprio sdegno e sconcerto, chiedendo un intervento immediato e severo in una lettera indirizzata al Ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ed al Capo della Polizia, Alessandro Pansa.

"Oggi che la legalità è stata ripristinata - insiste Maccari - continuiamo a chiederci se il Ministro dell'Interno ed il Capo della Polizia sappiano o meno quel che accade in questo Paese, e, se lo sanno, sono dunque d'accordo con la follia manifestata con un provvedimento vergognoso e offensivo della vita umana e del rispetto dovuto alle migliaia di famiglie che hanno perso i propri cari sulla strada a causa di chi guida ubriaco? Altrimenti, perché mai sono rimasti in silenzio fregandosene del finimondo che quell'atto ha causato? Non vorremmo ricollegare questo loro immobilismo in un unico ragionamento che parte dal tempo infinito necessario all'approvazione del reato di omicidio stradale per il quale in tanti lottano da anni; noi per primi, specie se si considera che le maggiori perdite di uomini nella Polizia di Stato avvengono su strada".

"Il fatto che il Prefetto di Avellino abbia da solo messo fine allo scempio cui aveva dato vita - conclude Maccari -, o forse magari perché raggiunto da qualche telefonata rovente nel chiuso del suo ufficio, non esclude il dovere dei Vertici istituzionali di prendere una posizione chiara e decisa contro un comportamento che, nei fatti, si era tradotto nella delegittimazione dell'operato delle Forze di Polizia che trascorrono la vita sulla strada nel vano tentativo di arginare tutti i comportamenti criminali dei tanti che si mettono al volante ubriachi, con ciò come se uscissero di casa armati di pistola. Un comportamento ed un provvedimento che, nei fatti, significavano avallare la violazione di una legge dello Stato. Che dire di più? Alfano e Pansa, che hanno scacciato dai propri posti di lavoro altre persone per molto, ma molto meno che un invito a non rispettare la legge, in silenzio non possono rimanere! Altrimenti l'unica deduzione che resterà da fare, escludendo la possibilità che le ferie estive li tengano lontani dalle rispettive responsabilità e ben consci che il loro ruolo non ammetta tali lacune, è che a questo caso ben si addica il noto detto: chi tace acconsente!".

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