Avengers: Age of Ultron
Creato il 06 maggio 2015 da Mattia Allegrucci
@Mattia_Alle
Un sensazionale piano sequenza che rimanda al precedente capitolo della saga introduce questo film, a significare che questa volta gli Avengers partono assemble per poi sgretolarsi man mano e ritrovarsi nuovamente in corso d'opera. Ma anche che Joss Whedon ricorda con nostalgia l'entusiasmo del primo film, come se dicesse: ecco, vedete questa roba qui? Scordatevela, perché le prossime due ore saranno tutto l'opposto! Mantiene la promessa, il vecchio Joss, e ci offre un prodotto incerto e confuso, caotico e poco goliardico, il quale sembra prendere spunto dal peggior cinema americano piuttosto che da quanto di buono ci sia stato nell'Universo Marvel finora. Avengers: Age of Ultron riporta in scena quindi il supergruppo marveliano per eccellenza, pronto a sconfiggere una nuova terribile minaccia per l'umanità: Ultron, un programma senziente che decide che l'unico modo per salvare la Terra è quello di distruggere la razza umana. Peccato però che a questo machiavellico antagonista non venga dato il giusto spazio intellettuale, il quale si limita ad una pseudo-malvagità fatta solo di parole, che però non trova un effettivo riscontro negli intenti del villain. Ultron organizza un piano di distruzione globale complesso e minuzioso, ma quando ha tra le mani qualche Vendicatore da poter scotennare preferisce rinchiuderlo in un cella, aspettando che gli altri lo vengano a salvare. Per il resto via alle ripetizioni: la morte sì, ma solo dopo un sacrificio estremo, intere città devastate senza però una sola conseguenza morale (probabilmente paga tutto Tony Stark, chissà...), improbabili storie d'amore e siparietti familiari utilizzati come riempitivo al solo scopo di rendere più interessanti i personaggi meno carismatici del gruppo. Chi ha apprezzato il primo film sapeva benissimo che cosa aspettarsi: action goliardica e ignorante fatta con mestiere. Invece la sorprendente scoperta in sala è stata tutt'altro che positiva: l'action c'era, ma non era né goliardica né fatta con mestiere, era solo ignorante, come se Whedon avesse solo fatto da prestanome prima di abbandonare definitivamente gli studi Marvel. La seconda parte è certamente migliore della prima, ma arrivarci senza essere stati compromessi da tutto ciò a cui si è assistato fino a quel momento è una vera sfida, soprattutto per il fatto che il cast tecnico preferisce puntare su ciò che ha funzionato nel primo film, relegando le vere novità a ruoli prettamente marginali: Visione, i fratelli Maximoff e Ultron non hanno nulla da raccontare o, se ce l'hanno, il tutto viene ridotto ad un brevissimo dialogo rapido ed indolore, che non dà il giusto carisma ai personaggi. Ultron, poi, è un cattivo così abbozzato da non risultare per nulla credibile: la mancanza di un volto da apprezzare e acclamare (com'era invece quello di Tom Hiddleston per Loki) rende il tutto ancora più finto, facendo perdere ai discorsi del villain tutta la potenziale profondità che avrebbero potuto avere, facendo in modo che il pubblico assista, sul finale, ad uno pseudo-scontro tra due facce della stessa medaglia che ricorda molto i dibattiti tra Charles Xavier ed Eric Lensherr, ma senza Patrick Stewart e Ian McKellen a dare importanza alle parole. C'è ben poco di salvabile in questo nuovo prodotto Marvel che, per carità, potrà anche essere migliore di tanti altri blockbuster, ma che lo è solo per gli appassionati dei fumetti, non per quelli del cinema: città che si sollevano da terra e palazzi che crollano a suon di bastonate alzando un gran polverone sono l'emblema di questo prodotto che, in sostanza, non è altro che fumo negli occhi del pubblico.
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