Avere il coraggio di dire ai nostri figli che certe cose costano fatica
Da Babbonline
@babbonline
Lo scorso 23 aprile è stata celebrata la Giornata mondiale del libro. Tra le tante iniziative c’era #ioleggoperché che aveva l’obiettivo di far avvicinare alla lettura il maggior numero di persone regalando copie di libri più o meno famosi. Mi sono fermato a riflettere sul fatto che bisogna essere onesti nel dire che leggere è faticoso. Chi legge sa quanto sia bello farlo, per tante ragioni. Può essere meraviglioso ma questo non significa che non richieda impegno.Lo dico perché in un mondo che ormai si muove a velocità sempre maggiori, nel quale le notizie diventano vecchie dopo pochi minuti, con applicazioni che ti fanno avere “tutto e subito” può sembrare che parlare di libri sia quasi anacronistico. Come dei moderni Don Chisciotte che lottano contro mulini a giga, ops a vento.Dobbiamo essere sinceri con i nostri figli facendo capire loro che non tutto potrà essere semplice e veloce ma, che certi risultati richiedono tempo e fatica. Sembra che oggi "fatica" sia quasi una parolaccia, in un momento dove tutti cercano di ammiccare ai bambini e ai ragazzi cercando di proporre soluzioni gradite quasi per ottenere il maggior audience possibile. E’ importante motivare e coinvolgere ma questo non significa indicare sempre la via più facile in quanto potrebbe non consentire di ottenere l’obiettivo che si vuole raggiungere.Così facendo gli adulti dimostrerebbero ancora una volta di abdicare al loro ruolo, per apatia o per un senso di sfiducia.
Bisogna avere il coraggio di dire ai nostri figli che per certe cose dovranno faticare ma che vale la pena farlo. Ma dobbiamo essere noi i primi a esserne convinti. Come non pensare alla tanto bistrattata scuola, alla necessità di stare a casa a fare i compiti anche quanto i bambini, ma in molti casi gli stessi genitori, vorrebbero uscire. Alla necessità di studiare a memoria, anche se con pochi click si ha la sensazione di conoscere qualsiasi argomento, o di leggere un libro, anche se ne è stato fatto un bellissimo film con un protagonista da Oscar.
Se non riusciremo a far capire lo scopo di quell’impegno avremo fallito il nostro ruolo educativo e, usando un gioco di parole, Facebook vincerà sempre sui book.
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