Secondo una ricerca scientifica condotta in collaborazione dalla Harvard Business School e dalla Stanford University la risposta è si: essere a contatto con un capo “cattivo” può avere degli effetti negativi sul vostro stato di salute.
Per raggiungere questa conclusione i ricercatori americani hanno incrociato i dati di oltre 200 studi sull’argomento confermando non solo che un superiore cattivo è fonte di stress per il dipendente, ma anche che le conseguenze che ne possono derivare sono paragonabili a quelle prodotte dal fumo passivo sulla salute di un non fumatore. I risultati dello studio sono stati pubblicati sul magazine Quartz riprendendo alcuni dati interessanti derivanti dalla ricerca condotta: il 75% dei lavoratori è convinto che il proprio capo sia la più grande causa di stress sul lavoro. A questa condizione il 27% dei dipendenti risponde decidendo di lasciare il proprio impiego per un nuovo lavoro, l’11% si licenzia senza neanche avere un’alternativa, il 59% dei lavoratori invece decide di conviverci.
Ma come riconoscere il capo “buono” dal capo “cattivo”? Secondo la rivista Quartz si possono individuare alcuni segnali negativi riscontrabili nel proprio capo cui occorrerebbe prestare molta attenzione: la tendenza a sminuire i propri dipendenti, gli sfoghi eccessivi di rabbia, le aspettative irragionevoli, l’incoerenza nel modo di comportarsi o di giudicare. Sono comunque gli obblighi lavorativi onerosi ed ingestibili, secondo il Quartz, il tratto principale che indentifica il cattivo capo e che incide in modo devastante sullo stato di stress dei lavoratori coinvolti dalle assurde mansioni richieste.