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Aversa

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asprinio

La zona vinicola


La zona vinicola dell'Aversa DOC, o per meglio specificare Asprigno di Aversa DOC, coinvolge parte della provincia di Caserta confinante con quella di Napoli, di cui include anche tre comuni.

L'area si presenta come un misto geologico creato da fenomeni di vulcanismo, molto attivi nella regione Campania, e fenomeni dovuti all'emersione dei fondali marini di quello che era l'antico mare della Tetide. Per cui vi sono presenze sia di stratificazioni tipiche dei fenomeni eruttivi come pomici e tufi, sia di quelli di emersione, come rocce calcaree originate dalle sedimentazioni di conchiglie fossili marine sul fondo. L'area risente quindi sia delle attività non solo del Vesuvio, piuttosto lontano, ma anche di una serie di vulcani oramai scomparsi ma molto attivi milioni di anni fa. Presumibilmente anche sommersi, tutto il blocco appenninico risalì ben oltre la superficie fino a formare una catena montuosa a volte aspra. In questa area le colline sono predominanti anche se non propriamente dolci a volte, ma buona è anche la presenza di depressioni e zone pianeggianti. Il territorio non è dunque classico appenninico, anzi. Il clima resta comunque mediterraneo, generalmente poco rigido in inverno e caldo in estate.

I vitigni bianchi


Il vitigno predominante in questa denominazione è l'Asprigno, e raramente viene mescolato con altri vitigni autorizzati in regione.

L'Asprinio è un vitigno bianco autoctono della Campania coltivato quasi esclusivamente in questa area, con qualche ettaro presente anche in Puglia e nella provincia di Napoli. È molto antico anche se non vi sono documenti risalenti a epoche antecedenti il Trecento. Qui lo troviamo ad esempio come tra i vini più apprezzati di Roberto d'Angiò. La prima descrizione botanica infatti è attribuita a Nicola Columella Onorati che nel 1804 lo considerava un sottotipo del Greco. Questa considerazione non è più valida oggi che il test del DNA ne ha suggerito piuttosto parentele addirittura con il Pinot, un vitigno completamente diverso dunque, introdotto nel Regno delle Due Sicilie soltanto nell'Ottocento. Ma molti ritengono più probabile una sua domesticazione in antichità, magari da vigneti etruschi. Infatti l'Asprigno è più simile al Lambrusco primitivo, molto espanso e bisognoso dei sostegni. Infatti anticamente si aveva la descrizione di un vitigno che riusciva a raggiungere i 15 metri di altezza se ben indirizzato sugli alberi. Ugualmente ne parla Mario Soldati che parla anche della vendemmia particolare che vedeva i raccoglitori in cima a delle scale poggiate sugli alberi di gelso che sostenevano la vite. Dallo stesso autore abbiamo anche una descrizione del vino, trovato leggero ma buono, molto tonico e astringente fino al limite, caratteristica questa che sembra aver dato nome al vitigni.

Il vitigno oggi non viene più fatto crescere sugli alberi, come una volta, e il metodo dall'allevamento è stato cambiato a favore di sistemi migliori. L'affinamento però oggi avviene ancora nelle grotte di tufo della zona che segnano sempre la stessa temperatura ogni giorno dell'anno, 13°C. Ha grappoli medi e conici, lunghi, compatti e a volte alati. Acini anch'essi medi, grigio-verdi e pruinosi. Deve essere potato in modo drastico in quanto ha una forte crescita vegetativa che potrebbe compromettere la qualità. Soffre la tignola ma non ha problemi con oidio e peronospora. Matura tra settembre ed ottobre.

I vini dell'Asprinio sono sfruttati ultimamente in purezza, oltreché in assemblaggio. Come si evince dal nome i vini sono aspri, secchi, tonici e leggeri. Spesso l'elevata acidità favorisce la produzione di frizzanti naturali e spumanti. Quindi il vino dell'Asprinio è molto dissetante e fresco. Di colore paglierino ha sfumature verdi accese. Al naso spicca il fresco degli agrumi come il limone. Come spumate viene lavorato con il metodo Charmat e comunque va sempre bevuto ben freddo. Ottimo con i crostacei, specialmente nella versione spumante, si gusta bene anche in aperitivo e con il pesce in generale.

L'Aversa DOC o Asprinio d'Aversa DOC


La denominazione di origine controllata Aversa nasce dal decreto ministeriale del 31 luglio 1993 per autorizzare la produzione di vini bianchi nelle tipologie Aversa Asprinio e Aversa Asprinio Spumante nei comuni di Aversa, Carinaro, Casal di Principe, Casaluce, Casapesenna, Cesa, Frignano, Gricignano di Aversa, Lusciano, Orta di Atella, Parete, San Cipriano d’Aversa, San Marcellino, Sant’Arpino, Succivo, Teverola, Trentola-Ducenta, Villa di Briano e Villa Literno in provincia di Caserta e Giugliano, Qualiano e Sant’Antimo in provincia di Napoli.

La base ampelografica prevede l'impiego di almeno l'85% del vitigno Asprinio. Le rese invece non possono superare le 12 tonnellate per ettaro.

I produttori


Molti produttori producono un buon Asprinio come quelli di Grotta del Sole. Il migliore è l'Asprinio d'Aversa Metodo Classico Extrabrut di un bel color oro. Elegante e profumato agli agrumi e al pane fragrante con miele di zagara e frutta secca. Il palato è cremoso, sapido, perfetto per i crostacei crudi.

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