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Avetrana, dopo Pasqua la sentenza del processo Scazzi

Creato il 25 marzo 2013 da Appnetwork

Ci sarà una “prima” verità per l’omicidio di Sara Scazzi, la quindicenne uccisa il 26 agosto del 2010 ad Avetrana. In programma oggi e domani le ultime arringhe della difesa. Prima parlerà l’avvocato Nicola Marseglia e martedì  l’avvocato Franco Coppi, entrambi difensori di Sabrina Misseri, accusata insieme alla madre, Cosima Serrano, di aver prima sequestrato la cugina Sara, quindi di averla uccisa in un pomeriggio in cui le due ragazze, insieme con una loro amica, sarebbero dovute andare a mare. Sara, per l’accusa, sarebbe stata uccisa in un arco orario compreso fra le ore 14:10 e le ore 14:20 del 26 agosto 2010. Descrivendo nella requisitoria l’azione delle due donne, il pm Mariano Buccoliero ha detto che “una la teneva, l’altra la strangolava”.

Movente dell’omicidio, secondo l’accusa, la gelosia di Sabrina verso Sara, ritenuta dalla cugina troppo vicina a Ivano Russo, un giovane di Avetrana che piaceva molto alla stessa Sabrina. Per il delitto, il pm ha chiesto la condanna all’ergastolo per Sabrina e per la madre, entrambe detenute a Taranto e accusate di concorso in omicidio volontario, sequestro di persona ed occultamento di cadavere.

Nove anni, invece, sono stati chiesti per Michele Misseri, padre di Sabrina, che risponde solo di occultamento di cadavere anche se nell’ultimo anno è tornato ad autoaccusarsi del delitto cercando di scagionare la figlia e la moglie.

Chiedendo l’assoluzione della mamma di Sabrina, gli avvocati Franco De Jaco e Luigi Rella hanno affermato che “Cosima Serrano è innocente e va assolta da tutte le accuse perché  non ci sono prove a suo carico”. A fronte di accuse pesanti, Cosima non ha mai replicato avvalendosi della facoltà di non rispondere dinanzi ai diversi magistrati (il gip Martino Rosati, il gup Pompeo Carriere, la corte d’assise presieduta dal giudice Cesarina Trunfio) dinanzi ai quali è comparsa.

Nei confronti della mamma di Sabrina, destinataria di una richiesta di condanna all’ergastolo, sono via via emersi elementi che le attribuiscono un ruolo attivo il giorno dell’omicidio, il 26 agosto del 2010. Cosima nelle varie interviste televisive ha sempre detto che quel pomeriggio dormiva e che si alzò soltanto attorno alle ore 16:00 per andare dalla sorella Concetta, mamma di Sara, per dare il suo contributo alle ricerche della nipote. Tesi poi smentita da alcune deposizioni e da una consulenza telefonica dei carabinieri del Ros. E l’assoluzione la difesa ha chiesto anche per Michele Misseri.

“Sulla soppressione del cadavere – ha detto il suo avvocato Luca Latanza – Michele a volte è stato preciso, altre volte no e in ogni caso nel dibattimento non è stata acquisita alcuna prova circa la sua effettiva colpevolezza. Michele Misseri va creduto in blocco oppure assolto. E se è ritenuto credibile, il processo ha ben altra storia”. Da aggiungere che nei confronti di Michele Misseri nei giorni scorsi il Tribunale della libertà ha rigettato la richiesta di revoca dell’obbligo di dimora ad Avetrana. Per i giudici, Misseri può ancora compiere atti illeciti e quindi non può allontanarsi da Avetrana, ne’ uscire da casa nell’arco orario compreso fra le ore 19:00 e le ore 07:00.

Terminate le ultime arringhe della difesa, ci sarà spazio ancora per eventuali repliche, quindi la corte d’assise si riunirà in camera di consiglio. La sentenza sul delitto Scazzi è attesa intorno all’8-10 aprile.



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