Avrei voluto scrivere un post parlando di quella gente che si fa schermo dei social per scrivere cose orrende e sostenere tesi ed idee che non avrebbe mai il coraggio di sostenere apertamente in pubblico senza vergognarsi come un ladro.
Avrei voluto scrivere di amene signore di mezza età dedite a nipoti che grazie ai social si trasformano in arrabbiate megeret rita-immigrati.
Avrei voluto scrivere del mio stato d'animo, che mi porta a sentirmi sola sopra uno scoglio con tutto il mare intorno e con la sensazione di aver passato la vita ad inseguire gente che in realtà non è interessata a te più di quanto tu non lo sia alla fisica quantistica.
Avrei voluto scrivere del mio disturbo alla tiroide che mi porta insonnia, sbalzi d'umore e sbalzi di temperatura incontrollati, rendendomi una brutta persona più di quanto la natura abbia già fatto.
Avrei voluto scrivere una recensione de "Il deserto dei tartari", libro bellissimo appena finito e colpevolmente mancante tra le mie letture. avrei voluto raccontravi del modo di scrivere di Dino Buzzati, del suo leggere l'animo umano in maniera universale, della paura del tempo che fugge, di Giovanni Drogo e della Fortezza che ci costruiamo intorno tutti quanti.
Avrei voluto scrivere un post intelligente, ironico, divertente, di quelli che rimangono nella storia e dopo anni, se li ritiri fuori, ti piacciono ancora.
Avrei voluto, sì.
Ma ogni volta che ho provato a buttar giù un'idea lei, la gnocca, arrivava come un treno in corsa davanti alla mia scrivania con la sua fila di denti in bella mostra, le fossette cicciotte e quell'espressione che la rende così somigliante a mia sorella dipinta in viso. Mi guarda ed allunga la mano e cerca la mia, in un invito più che esplicito ad andare a giocare e ballare con lei.
Come rifiutare?