In una grigia giornata di pioggia primaverile, mentre mi diletto nella stesura di un atto contro un galantuomo che affitta immobili agli stranieri per stabilire il record del maggior numero di uomini/sardina stipati in 27mq..suona il cellulare. “Buon giorno…mi chiamo Pishccioni.. Maria Grazia Pishccioni, la dottoressa Francescha?“.. Avvocato! Cavolo, lo so che è solo uno stupito titolo, ma sono dieci anni che mi date della dottoressa mentre il mio praticante – UOMO – è comunque e sempre avvocato.. Non è l’8 marzo è solo la verità. A noi femminucce potete chiedere di fare le fotocopie e di prendervi un caffè senza imbarazzo, ad un maschietto “non è consono”..ma tant’è. La voce al telefono è flebile e sottile, è sicuramente una persona anziana.. oddio anche di più. Cosa c’è dopo anziana? “Dica pure, sono io Francesca..”. “Meno male.. scia, ho tanto bisciogno di lei, la prego mi deve aiutare…mi ha dato il sciuo numero il caro scignor Bessi.. è tanto una brava persciona...” La signora mi racconta per buoni dieci minuti una storia un po’ sconnessa di cui a grandi linee credo di capire pensi che un avvocato le rubi i soldi, lei è all’ospizio, inferma e senza parenti. Forse è una matta. Però è troppo difficile, non si capisce niente, e poi magari è una demente. “Si, si, va bene signora…facciamo che domani la richiamo..“- “Ooh, mi scusi, mi scusi tanto, ho disturbato, buona sera.. mi perdoni davvero.” Chiudo. Appoggio il telefono sul tavolo. L’aria dispiaciuta della signora che chiedeva scusa della mia scortesia mi fa stare male. Mi sento una merda. Cerco di tornare a quello che sto facendo, ma niente. Richiamo il numero rimasto nella memoria del cellulare . “Mi scusi signora se prima sono stata un po’ sbrigativa, adesso ho finito. Se per lei va bene vengo in ospedale a trovarla domani alle 15.00, così mi dice meglio” – “Non è un oscpedale, è un oscpizio, non ho nessciuno ..che vuole .. mi hanno lasssciato qui a morire. Grazie dottoresscia, la ringrazio tanto tanto, l’asccpetto domani quando vuole lei.” La voce della vecchina mi rimbalza nel cervello come un’eco. Questa telefonata mi ha lasciato l’amaro in bocca e adesso faccio fatica a tornare al mio aguzzino.
La esile signora è un fuscellino disteso in un letto con le sbarre, per evitare che cada, mi spiega la badante. Ha una camicia da notte a righine rosa e gialle e un colletto stondato di pizzo. Tiene tra le mani un cellulare degli anni ’90, un nokia di quelli che telefonano e basta, non fanno foto, non hanno i colori, non hanno nè internet nè Ruzzle nè android. Ma se lo tiene stretto come un tesoro tra le mani secche e nodose. “Come va signora? Sono l’avvocato Francesca Schiavoni..si ricorda mi ha telefonato ieri..”-”dottoresscciaaaa, che piascere..si è voluta dischturbare…prego sci accomodi sssciulla sedia. Mi ssscuso che la ricevo così in camiscia da notte e sciul letto, mi deve perdonare…ma che volete..è la vita..”- La signora Piccioni sembra Ramses, dopo aver tolto le bende, pare abbia 200 anni, senza denti né dentiera, due occhiali con le lenti fonde e le guance solcate e scavate. Ogni parola fischia ed esce un po’ storpia. Mi racconta una storia di solitudine, di un avvocato che da conoscente del marito morto, piano piano si è insinuato, guadagnato la fiducia e ottenuto firme e deleghe bancarie di tutti i tipi ed ora, dopo il ricovero per l’infermità della malattia, è il suo amministratore di sostegno. “Ho paura di lui, avvocato Croci sci chiama, dottorescia..mi aiuti..“. Guardo la badante affinchè mi dica che la signora è matta, malata di demenza senile, che va tutto bene ma lei non può capirlo… ma la badante ha gli occhi bassi e mi dice: “dottoressa meglio che se ne vada, tra mezz’ora arriva lui..è meglio che non la trovi qui..”- Lui? l’avvocato Croci? – “si si lui, la prego, vada, torni in un altro momento..” . La badante quasi mi supplica. Molto strano. Non insisto, saluto e mi allontano. Telefono al Bessi, lui mi saprà spiegare che succede. Bessi mi conferma che Croci non è un bel soggetto, mi racconta un paio di episodi di sparizioni misteriose di beni della signora e mi chiede di aiutare la povera vecchina.
Eccomi qua, in coda al semaforo sotto la pioggia battente, mentre rifletto cosa fare. E’ per me un caso insolito. Io non so niente di amministratori di sostegno. E poi è un avvocato… potrebbero dire che la vecchina è matta..e io più di lei che le credo. Ma la badante era terrorizzata. E Bessi è una persona seria, lo conosco da dieci anni. Rimugino tra me e me e infine decido. Chiederò la revoca e la sostituzione dell’amministratore, il nuovo verificherà se il vecchio ha gestito male i beni della signora Piccioni. Il giorno dopo torno dalla signora Piccioni, ho l’atto da farle firmare, glielo leggo due volte. Lo spiego, le ripeto a cosa serve e le chiedo se è quello che vuole. Se ha capito. Se è d’accordo. Lei annuisce mentre parlo, conferma la sua volontà e firma con la mano malferma, pure la badante sembra più serena. Sono fiera di me. Ho perso due giorni di lavoro, non ho guadagnato un centesimo, ma mi pare di aver salvato il mondo dal diluvio universale. Tra due settimane ci sarà l’udienza di audizione fissata dal Giudice per capire le ragioni di questa richiesta di cambiamento…. - to be continued -