Magazine Cinema

"Awake" - Pilot

Creato il 23 febbraio 2012 da Elio

AWAKE (2012)
Ideatore: Kyle Killen
Attori: Jason Isaacs, Dylan Minnette, Laura Allen, 
   B. D. Wong, Cherry Jones 
Paese: USA

Sembra che la NBC si stia dando parecchio daffare in ambito televisivo. Ha proposto e continua a proporre nell'ultimissimo periodo prodotti seriali di vario genere. Uno di questi è “Grimm”, il cui inizio non è stato però affatto convincente, tanto che sarebbe cosa buona e giusta per l'emittente televisiva cercare di proporre se possibile qualcosa di leggermente superiore. Un altro è “Awake”, che dovrebbe essere la punta di diamante delle nuove proposte. L'inizio della programmazione è prevista per l'1 Marzo, ma nel mentre si è deciso di dare in pasto agli spettatori il preair e rastrellare pareri e impressioni.
Per chi non si fosse ancora interessato alla serie, il soggetto si poggia quasi del tutto sulla figura di Michael Britten (Jason Isaacs), detective della polizia che resta coinvolto, con la sua famiglia, in un incidente stradale in cui perde la vita sua moglie Hannah (Laura Allen). Oppure suo figlio Rex (Dylan Minnette). Risvegliatosi dopo l'incidente, infatti, Britten si ritrova a sperimentare quelle che sono in apparenza due realtà parallele. Ogni volta che si addormenta, a fine giornata, scivola in una delle due realtà. Nella rossa (il colore del bracciale che usa per orientarsi ogni mattina) sua moglie è viva e Rex è morto; in quella verde, al contrario, Rex è vivo e sua moglie Hannah no. 

Che lo sviluppo narrativo, oltreché il soggetto, sia più ricercato rispetto ad un prodotto come “Grimm” diviene palese già anche dopo la visione del pilot. Si cerca infatti fin da subito di dare un certo spessore ed una personalità riconoscibile al protagonista, che fortunatamente non risulta questa volta del tutto anonimo. Gran parte del merito però, invero, è più che di una scrittura efficace del personaggio, della messa in scena della sua duplice realtà. Quest'ultima viene gestita con criterio e attenzione, nella scelta delle frasi come nei passaggi che alternano anche nel giro di qualche secondo la realtà verde e quella rossa; il montaggio è in questo senso particolarmente fluido e si serve spesso di dialoghi per accompagnare e idealmente e in termini di intreccio il singolo passaggio. Si vedano, a tal proposito, tutte le sequenze dallo psichiatra, o meglio dagli psichiatri, dato che Britten ne ha uno per ogni dimensione: entrambi cercano di imporre chiaramente la propria realtà come quella reale nel percorso di psicoanalisi, ognuno con argomentazioni sempre convincenti, e il montaggio se ne serve per far scivolare su di esse un'alternanza che sarebbe altrimenti potuta facilmente risultare troppo marcata e probabilmente fastidiosa.Gioca con la duplice realtà, rendendosi ad essa funzionale, anche la regia. Per svariate volte durante l'episodio pilota propone movimenti di macchina circolari che partendo dal protagonista che osserva il suo interlocutore arriva a nascondere quest'ultimo e poi a farlo tornare nel campo visivo. Si ha la sensazione sistematica che si stia passando da una realtà all'altra, con un conseguente, seppur temporaneo, smarrimento, capace di contribuire notevolmente a trasmettere lo stato d'animo del protagonista. Ciononostante, tuttavia, il racconto non è mai confusionario ed è anzi, ad onor del vero, forse troppo didascalico, tanto che si sarebbe in tal senso potuto proporre soluzioni ben più accattivanti. 

Al netto di quanto scritto fino ad ora, infatti, il pilot di “Awake” di sicuro non fa gridare al miracolo. Pur rendendosi in parte interessante e cercando con scelte valide di puntare sull'empatia, è assai lontano dal coinvolgere al punto di creare attesa per il prosieguo. Certo il ritmo non è particolarmente sostenuto e adrenalinico, come è giusto che sia puntando la serie non solo sul thriller psicologico, ma anche su quello drammatico, tuttavia si ha la sensazione che non sia solo una questione di tempi lenti ma di una qualche debolezza di fondo. E di sicuro gioca un ruolo fondamentale, nel far passare una simile sensazione, una fotografia così patinata. Se è giustificata in parte dalle due dimensioni potenzialmente irreali, è vero anche che appare spesso fin troppo finta, rendendo posticcio il tutto. Ad alimentare qualche dubbio è anche l'intreccio. Non riesce a trascinare lo spettatore fino in fondo e suggerisce, a fine episodio, una possibile risoluzione a puntate autoconclusive che sarebbe, almeno ai miei occhi, disastrosa, perché si sprecherebbe così un'idea in potenza assolutamente valida (ma si tenga conto che questo è comunque il parere di una persona che ritiene la trama orizzontale il bene supremo). Non è tuttavia il caso di usare troppo il condizionale scrivendo delle varie ipotesi, considerando il fatto che il pilot lascia aperte svariate possibilità e in termini di struttura delle puntate e in termini di sceneggiatura. Se si seguiranno gli echi del gatto di Schrödinger, se ci si concentrerà invece sul campo prettamente psicologico, se si contrapporranno le due realtà per cercare di capire quale delle due non è reale, o se al termine si butterà tutto sul coma e sul fatto che niente di ciò che abbiamo visto è reale. Tutti elementi che potrebbero delineare un prodotto assolutamente valido come anche, e assai più facilmente, l'ennesimo prodotto da evitare con cura.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines