27 aprile 2014 Lascia un commento
Che i curatori della Fondazione amino la natura e’ oramai indiscutibile e che la predilezione si accentui laddove i toni pittorialisti si accendono e la natura assume connotati simbolici, metafisici e cosmici, non ci sorprende.
Hutte con le opere esposte, racconta di luoghi ben definiti come montagne, ghiacciai e caverne ma con un’operazione che tende a nascondere o a trasformare e cio’ che si vede in realta’ non sono luoghi ma la loro astrazione, fantasmi come appunto viene titolata la sua mostra.
Diverse sono le serie presenti tra le quali Montagne, Ghiacciai, Caverne e Riflessi d’acqua, titoli dal carattere programmatico ma come detto, non tutto e’ come ci si aspetterebbe. In Montagne ad esempio, e’ il cielo grigio alleato con nebbia e nubi a comandare e le montagne nella strenua resistenza, faticano e mostrarsi, con la forza della roccia che pare soccombere da un momento all’altro alla tenacia dell’aria. Grandi formati fotografici immersi nel vuoto che si trasforma velocemente in riflessivo esistenzialismo, una forte presa di coscienza sul rapporto di forza della natura con se stessa e noi in essa.
Parimenti in Caverne e Riflessi d’acqua, la visione e’ mediata da luce indiretta, rimbalzi che deformano eppure rivelano particolari inediti o combinazioni stupefacenti. D’altro canto e’ facile identificare un senso mistico dal sapore zen, nell’apparente immobilita’ di un mondo in continua mutazione.
Interessante non c’e’ che dire, solo non ho apprezzato la qualita’ delle stampe jet ink che per quanto avanzate in tecnologia e sviluppo, sui grandi formati mancano ancora nella definizione di forma e soprattutto colore.Ancora una volta e giustamente aggiungo io, ampio spazio viene riservato ai fotografi modenesi anche perche’, da loro concittadino, fa piacere scoprire che la "scuola modenese" sia di fatto una delle piu’ interessanti e vive dell’intero territorio nazionale.
Mostra collettiva che si concentra dal secondo dopoguerra sino a tutti gli anni 90, quindi ampia e stimolante finestra temporale.
La citta’ e’ ovviamente presente nelle immagini dei suoi figli ma l’aria che si respira e’ cosmopolita, la ricerca si fa concettuale, astratta persino e giovani anime si staccano dal tessuto urbano per divenire nuova luce e talvolta nuova materia.
Non vorrei redigere inutili elenchi e del resto descrivere le immagini esposte non ha granche” senso.
Poi si sa, in mezzo al mucchio vi sono preferenze e sensazioni ma l’impressione e’ generalmente molto buona, il giudizio raramente scende sotto la sufficienza. L’invito e’ rivolto quindi a visitare di la mostra ed eventualmente dedicare attenzione alle esposizioni in tempo reale di Franco Vaccari, l’astrattismo pittorico di Franco Fontana, lo stratificato Cesare Leonardi, l’onirico e felliniano Gastone Lancelloti e Beppe Zagaglia coi suoi terrificanti bambini.
Tante anime, tanti modi d’intendere la fotografia, tante anche le epoche perche’ gli ultimi 50 anni del secolo scorso non possono che dirsi densi e velocissimi ma Modena resta un punto di partenza dal quale non si puo’ prescindere e cio’ fa piacere.
Fondazione Fotografia Modena – Axel Hutte (12 Aprile – 29 Giugno 2014)
Fondazione Fotografia Modena – Modena e i suoi fotografi (12 Aprile – 25 Maggio 2014)