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Ayanda and the mechanic - Sara Blecher (2015)

Creato il 17 novembre 2015 da Lakehurst
(Id.)
Visto al Festival di Cinema Africano (in concorso); in lingua originale, sottotitolato.
Ayanda and the mechanic - Sara Blecher (2015)
Una ragazza, orfana di padre, cerca di mandare avanti l'officina di famiglia per tutti i ricordi che essa contiene. Per tutti quegli anni sono stati aiutati (lei, suo fratello e sua madre) da un amico del padre morto, ma ora anche lui non riesce più a sostenerli. Dovrà reinventarsi restauratrice d'auto per cercare di tenere in piedi tutto, ma il passato ritorna, i sentimenti tenuti nascosti tornano a galla e i rapporti amorosi saranno vittime proprio di quel sogno di riscatto.
Film sudafricano dal piglio giovanile e dalla freschezza innegabile. Gioca con una fotografia colorata; mostra personaggi dai volti solari con tendenze artistiche; cita poesie di Achebe e sfoggia una regia molto calata sui dettagli stilistici (le scene che si muovono come serie di foto, gli intermezzi d'animazione), tutto viene realizzato per essere giovane, carino e totalmente non luogocomunista. Se tutti gli elementi presi singolarmente sono efficaci (e su tutti mi si permette di sottolineare la splendida arroganza degli intermezzi animati totalmente inutili ai fini della storia e realizzati con quel preteso artigianato alla Gondry), nell'insieme però non regge. I troppi elementi sfondano la struttura e affossano il ritmo. Troppe le agnizioni messe in campo per tenere in piedi la commedia, troppi i sentimenti romantici per mantenere la velocità del film di riscatto, troppi i colpi di scena per tollerare un finale che sembra continuamente sfuggire.
Funziona, è godibile, ma è troppo noioso rispetto a quello che avrebbe potuto essere, ma soprattutto è troppo insignificante, troppo dimenticabile. Un esempio al contrario di less is more.
Il film è stato anticipato dal corto "Lazy Susan" del sudafricano Stephen Abbott. Con la macchina da presa sempre appoggiata su un piatto girevole nel centro di un tavolo di un locale (in maniera tale da inquadrare perfettamente i clienti, mentre del personale mostra solo il busto senza testa né gambe), il regista mostra lo spaccato, in versione di commedia, di una giornata di una cameriera, fra clienti accomodanti, irritanti, irritati o stupidi; fino al finale dove, malvolentieri, sarà la cameriera a doversi sedere per essere inquadrata.
Non c'è una trama vera e proprio e neppure la creazione di vere gag; ma il corto p rapido e positivo, divertente senza mai esser davvero comico, non dice nulla, ma in questa descrizione di una giornata attraverso i clienti incontrati, ce n'è abbastanza per essere soddisfatti. Buona la chiusura.

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