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Ayurveda e Naturopatia: l’Oriente incontra l’Occidente

Da Giomaz @MazzarinoG

Quali sono gli elementi che uniscono l’Ayurveda alla Naturopatia? E soprattutto: perché ricercare questi elementi di unione? Quali vantaggi ne possono derivare?

Fra gli elementi di unione della Medicina Ayurvedica (orientale) e della Naturopatia (occidentale) ricordo solo i principali:

  • la visione della persona quale unione di mente-corpo-anima, la loro inscindibilità, che si riflette soprattutto sulla diagnosi medica (per quel che riguarda l’Ayurveda) e sulla valutazione della salute della persona (per quanto riguarda la Naturopatia).
  • Sia la diagnosi in Ayurveda che la valutazione della salute in Naturopatia confluiscono quando si tratta di dover suggerire una terapia (Ayurveda) e dei percorsi del benessere (Naturopatia). E cioè, entrambe basano la loro visione olistica della salute della persona sullo stile di vita, l’attività fisica, l’alimentazione, e i prodotti naturali che siano da supporto al ristabilimento dell’equilibrio che viene perso nella malattia, oppure che prevengano uno stato di salute già precario.
  • L’attenzione primaria rivolta alla prevenzione prima ancora che alla cura, riconoscendo l’instabilità dello stato di salute e quindi la predisposizione del corpo ad ammalarsi se non si seguono alcune “regole” che si ispirano alla natura.
  • La consapevolezza che così come è in natura è nel nostro essere. Questo è il punto di partenza per il naturopata e il medico ayurvedico, che diventa punto di arrivo per la persona che si affida sia alla “scienza della vita” (= ayur veda) sia al “sentiero della natura” (=nature path).

In Occidente la Naturopatia è un po’ come l’Ayurveda in India, nel senso che si occupa della salute della persona nel suo insieme, e non si limita a curare solo i sintomi della malattia, come invece ci ha abituati la medicina convenzionale. Ciò che differenzia la Naturopatia dall’Ayurveda sono i metodi di cura. Ma non bisogna dimenticare che l’Ayurveda è una scienza millenaria, che ad oggi in India si è conservata nella sua integrità. Mentre la Naturopatia, nonostante debba le sue origini a Ippocrate, si è diffusa in Europa solo nel secolo scorso, ed è stata influenzata nel corso dei secoli da diverse correnti, fra le quali le tradizioni mediche e filosofiche provenienti dall’Oriente. Ecco perché l’approccio naturopatico non si avvale solo di metodi che alcuni terapeuti occidentali hanno sviluppato e testato nel tempo, ma anche di metodi che derivano dall’antica tradizione orientale, fra cui l’Ayurveda.

L’Ayurveda in Occidente viene spesso studiata come pratica naturopatica. Fatto è che in Occidente è difficile poter mantenere intatta la tradizione medica indiana per varie ragioni, non ultima l’utilizzo di medicamenti che derivano da piante difficilmente trovabili nel nostro clima. Mentre i principi flosofici sui quali si basa la Medicina Ayurvedica, la sua anatomia e fisiologia, la determinazione della costituzione individuale (prakriti), la diagnosi e i principi che regolano lo stile di vita possono tutti essere di grande vantaggio per il naturopata che li utilizza nella sua pratica.

La Naturopatia occidentale, d’altra parte, può integrare l’Ayurveda con i trattamenti fitoterapici, per esempio, o con l’utilizzo di altri trattamenti naturali, non ultime le essenze floreali, che non sono del tutto sconosciute in India, ma anzi già da tempo in India si stanno diffondendo con successo le essenze floreali di Aum Himalaya.

Di questo ed altro si parlerà durante l’Incontro-Conferenza che si terrà il 9 giugno prossimo a Roma, presso “Bibliothé”, in Via Celsa 4/5 (Piazza del Gesù), organizzato dal Coordinamento della regione Lazio dell’Associazione Operatori Ayurveda. L’ingresso è libero, e dopo l’incontro si avrà la possibilità di fermarsi a cena nel Ristorante ayurvedico Bibliothé insieme ai relatori. Per l’Ayurveda parlerà la Dott.ssa Nancy Myladoor.



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