Secondo quanto reso noto, così facendo il gruppo avrebbe evitato la tassazione in Italia di686 milioni di euro.
Le fiamme gialle al momento mantengono il massimo riserbo sui dettagli dell'operazione limitandosi a riferire che «ricerche documentali ed informatiche» hanno permesso di risalire «ad un mosaico ben congegnato di rapporti di interscambio interamente proiettati all'estero».
Gli utili del gruppo venivano trasferiti a quattro aziende di Hong Kong che a loro volta li facevano arrivare alle società off-shore. Il meccanismo avrebbe permesso al gruppo anche di non dichiarare il possesso di attività finanziarie all'estero per 51 milioni di euro.