Azione Cattolica rilancia l’impegno politico: CL è in crisi, ma la Chiesa fa sempre politica

Creato il 12 dicembre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

“Tutti i cristiani devono prendere coscienza della propria speciale vocazione nella comunità politica; essi devono essere d’esempio, sviluppando in se stessi il senso della responsabilità e la dedizione al bene comune; così da mostrare con i fatti come possano armonizzarsi l’autorità e la libertà, l’iniziativa personale e la solidarietà di tutto il corpo sociale, la opportuna unità e la proficua diversità” (n. 75).

Azione cattolica si mobilita in vista delle elezioni: un documento dei sette presidenti diocesani della Lombardia rilancia questo passo della Gaudium et Spes. L’obiettivo è riscoprire l’impegno politico attraverso il buon esempio, mostrando con i fatti, non con la semplice propaganda, le finalità dell’impegno politico. Un appello contro l’astensionismo, la sfiducia, il disimpegno, che possono contribuire a disgregare ulteriormente e sempre più pericolosamente il tessuto sociale. La Lombardia, poi, dopo le tante inchieste che gravano sulla Regione e su Comunione e Liberazione, di un po’ di fiducia e soprattutto di buoni esempi ha bisogno. Troppe le notizie negative, le lotte di potere.

Il Nuovo Torrazzo di Crema ha dato notizia il 3 dicembre del rilancio di Azione Cattolica, che doveva essere ed era l’associazione di riferimento delle parrocchie. Comunione e Liberazione poi ha conquistato terreno, soprattutto in politica. Forse però aveva ragione Paolo VI, che sosteneva, da quanto risulta, di non comprendere il metodo educativo di don Giussani. Purtroppo spuntano inchieste e si leggono notizie di cronaca che non fanno piacere. Il clima di lotta è diventato aspro, quasi insopportabile.

La Chiesa contemporanea, con quella parte di fedeli che continua a usare termini estremi e una passionalità eccessiva, non può restar fuori dalla politica, tanto meno in Lombardia o nell’intera Italia. Gli agganci tra Pd e Azione cattolica sono forti, sia in consiglio regionale che a Cremona. La laicità dello Stato pare un’assurda utopia, proprio quando ormai l’Italia è diventata palesemente multietnica, e le religioni presenti sul territorio anche provinciale non sono poche.

Azione Cattolica dice bene, ma perché solo la Chiesa cattolica dev’essere punto di riferimento? Per i laicisti, i non credenti devono essere esclusi? Perché si considera troppo spesso “buono” a priori chiunque manifesti fede? La fede è un mistero, eppure diventa facilmente strumento di potere. Il caso di Formigoni e dei suoi amici è chiaro. Ma non importa. Continua la contaminazione ecclesiale con la politica, mischiando sistemi di principi etici che proprio non stanno sullo stesso piano, ingenerando confusione.


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