#azonzotour - Un giro a Trento nel tepore... della neve!!!

Creato il 27 marzo 2015 da Agipapress
#azonzotour. Rubrica di viaggio a cura di Serena Baronchelli
La neve in primavera.
Una piacevole consuetudine, per chi è abituato alle rigidità climatiche della montagna.
Una sgradita sorpresa per chi, come me, abita in pianura e aveva optato per un weekend in Trentino lasciandosi tentare dal primo tepore primaverile.
Una volta abituata al clima inospitale e al paesaggio imbiancato come a Pavia non si vede neanche la notte di Natale, ho deciso di seguire il consiglio del buon Jovanotti e di "pensare positivo", visitando una delle tante bellezze della città. 

La scelta non poteva che cadere sul Castello del Buonconsiglio la cui torre svetta imponente dal centro della città.
Si tratta del più vasto e importante complesso monumentale del Trentino Alto Adige.
La fortuna è stata dalla mia: proprio in questo periodo, infatti, il castello ospita la mostra "Doni Preziosi" che presenta un'articolata selezione di opere d'arte provenienti dalle collezioni museali della struttura, accomunate da un unico filo conduttore: il dono. 
Reiterato il motivo delle Tre Grazie, antico simbolo del “dare, ricevere e ricambiare”, sia esso in vetro, in ceramica, in porcellana, in avorio o in argento. 
Non solo sculture, però, all'interno della mostra: anche tessuti, incisioni e dipinti. Oggetti che erano per il passato, espressione di affetti privati, di ospitalità e di valori legati alla religione. Buona parte dell'esposizione è dedicata ai doni nuziali, dal calice in vetro di Murano del 1400 e i cassoni dotali intagliati alle lussuose e insolite tabacchiere e raspe da tabacco. 
L’idea di un corredo dotale e di un’ospitalità quasi esasperata dalla cessione di oggetti preziosi è molto lontana dalla contemporaneità,ma dopo un iniziale momento di stupore è impossibile non immergersi a fondo nell'atmosfera dell’epoca, al punto da lasciare il castello con un vago senso di nostalgia per il “non vissuto”. 
Il castello del Buonconsiglio rappresenta un perfetto esempio di come dovrebbe essere tenuta e gestita una dimora del genere.
Ottima l'organizzazione del personale, così come la cura dei diversi ambienti: ciò giustifica ampiamente il prezzo d'ingresso di 9 euro, forse non bassissimo per un edificio visitabile comodamente in un paio d'ore. 
Il fiore all'occhiello è rappresentato dalla Torre dell'Aquila, che contiene gli affreschi del "ciclo dei mesi". 
Ciò che più mi resterà nel cuore, però, è la mostra di reperti egizi, allestita in una delle sale del castello. 
Unica pecca: alcune aree andrebbero ristrutturate. La dimora, andata in rovina dopo tanti anni di incuria, è stata in effetti sottoposta agli inizi del Novecento a profonde ristrutturazioni che ne hanno riportato in vita gli affreschi e reso nuovamente praticabili alcune sale, tuttavia sarebbero auspicabili ulteriori interventi di manutenzione. 

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