«Il liberalismo non nacque come conquista della ragione illuminata, ma come pretesto per allargare la base imponibile della ricchezza agli ormai vastissimi strati della borghesia mercantile».E infatti, chi più del precedente presidente del consiglio dei ministri ha allargato la propria base imponibile in questi anni, nonostante l'impoverimento generalizzato della classe media che credé nella sua presunta rivoluzione?
Ma il discorso, qui, è molto più serio di quanto il mio trito riferimento a Berlusconi voglia far apparire. Qui si tratta di uno scontro tra ideologie, e il labile confine tra autentici liberali e autentici marxisti si assottiglia sempre più. Si tratta di liberare l'uomo dalle sue catene... ma quale uomo? L'Altro? No, se stessi, prima di tutto e su tutto. Olympe mi obietterà che se non si modificano i meccanismi di produzione e non si smantella il dominio della borghesia non si otterrà nulla. Può essere, non lo escludo, ma ritengo che prima di tutto debba avvenire un'autentica presa coscienza di sé, di chi si è, di che cosa si vuole (o vorrebbe) essere e dopo - solo dopo - una presa di coscienza di classe. Facile, io parlo dalla posizione di chi ha un posto fisso... e poca urgenza rivoluzionaria.