Beh, basta.
È uno stralcio di storia scontato e ridicolo, non ha più pathos, non ha più niente, è solo una polpettina trita e ritrita, pure masticata, senza alcun sapore. Basta. Non c'è più nemmeno la storia, in effetti.
Babbi di tutto il mondo, vi prego, pigliatevi ferie, tornate in tempo con il volo da Miami, abbandonate la vostra amante nel motel e correte a quella cazzo di recita, a quella fottuta partita, a quel saggio in tutù. Lasciate tutto e andate a vedere il sangue del vostro sangue che si sbatte su quel palcoscenico.
Se tutti noi, nel mondo mondiale, riusciamo a non perderci più gli spettacoli dei nostri figli, la circostanza diventerà talmente irreale che più nessun sceneggiatore potrà permettersi d'inserirla in un copione senza essere preso a schiaffi.
Non dobbiamo farlo per quei bambini abbandonati sul palco dai loro padri degeneri, figuriamoci, ai piccoli magari fa pure bene: una bella delusione che li prepara alla vita. No, dobbiamo farlo per noi cinespettatori, per non sorbirsi mai più la manfrina dello spettacolino col papà assente. Mai più.
Se non succederà nella realtà non verrà replicato nei film, tutt'al più in qualche sparuta pellicola di fantascienza.
È la nostra unica speranza.
Avete mai visto film in cui si parla di neri sottodotati, di pulcini omofobi o di sorelle Carlucci iscritte al MENSA?
No, per forza.