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Babbo Natale e l’Agenda Monti: Istruzione e Università

Creato il 25 dicembre 2012 da Filelleni

Ed anche quest’anno Babbo Natale è passato lasciando scie di regali. Abbiamo preparato, apparecchiato, cucinato, infiocchettato pacchetti e pacchettini; cenato in mezzo al gioioso frastuono dei bimbi lasciati liberi di scorrazzare ovunque; ci siamo alzati per andare in cantina dove i regali del Vecchio Buono erano stati momentaneamente riposti;babbo natale renne li abbiamo portati su e adagiati dietro la porta; abbiamo messo, a bella posta, sul terrazzo, dei biscotti ed un calice; li abbiamo fatti sparire per tempo: la prova, per i più piccoli, che Babbo Natale era effettivamente passato e si era ristorato.

Abbiamo scartato pacchi e regali; ci siamo arrabbiati con i produttori di giochi per le confezioni complicatissime da aprire; per la precisione maniacale con la quale si divertono ad inchiodare pupazzi e bambole alle rispettive scatole; per le pile che dovrebbero animarli che, non solo sono spesso irraggiungibili, ma anche scariche; abbiamo costruito castelli di cavalieri e di Barbie; giocato fino a notte fonda. Con la memoria vigile ai Natali della nostra infanzia e con la voglia di trasmettere un’analoga gioia a figli e nipoti.

Bene. Tornati alla serena e tranquillizzante quotidianità proviamo a riflettere su un altro regalo

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che, un po’ inaspettato, ci siamo trovati sotto l’imprevedibile e fantasmagorico albero della politica italiana: l’agenda Monti. Un memorandum che, forte dello slogan:“Cambiare l’Italia, riformare l’Europa, agenda per un impegno comune” si propone di agglutinare  i diversi “cespugli riformisti”. Che ne è di Istruzione ed Università?

Riconosciuta l’importanza dell’istruzione  il testo constata i ritardi del nostro Paese e chiede che l’argomento venga preso sul serio …”C’è bisogno di invertire la rotta” (esplicito riferimento, almeno nella titolatura, al ben noto documento del PD di inizi giugno: “Invertire la rotta. Un intervento urgente per l’università italiana”); è necessario che tornino ad essere riconosciuti  contributo  e valore del ruolo degli insegnanti, a torto, troppo spesso sviliti. Si punta ad un nuovo modello organizzativo centrato su autonomia e responsabilità che rafforzi il sistema di valutazione (INVALSI e INDIRE); che inserisca meccanismi di incentivazione dei dirigenti scolastici basati sulla valutazione del rendimento delle strutture che dirigono; che riduca il tasso di abbandoni scolastici, decisamente troppo alto; che assicuri un efficiente servizio di orientamento anche professionale. Nuovi investimenti? “man mano che si riduce il costo del debito pubblico e si eliminano spese inutili, possiamo creare nuovi spazi per investimenti nell’istruzione. La priorità dei prossimi cinque anni è fare un piano di investimenti in capitale umano”.

E l’Università? Solo poche righe:” In materia di ricerca, occorre proseguire e affinare il progetto avviato dall’ANVUR per il censimento e la valutazione sistematica dei prodotti di ricerca. Bisogna inoltre rilevare per ogni facoltà (NdR da dove è copiato questo testo non aggiornato? le facoltà sono ormai sparite da mesi!) in modo sistematico la coerenza degli esiti occupazionali a sei mesi e tre anni dal conseguimento della laurea, rendendo pubblici i risultati. E’ prioritario accrescere gli investimenti nella ricerca e nell’innovazione, incentivando in particolare gli investimenti del settore privato, anche mediante agevolazioni fiscali e rafforzando il dialogo tra imprese e università. Bisogna rendere le università e i centri di ricerca italiani più capaci di competere con successo per i fondi di ricerca europei, sulla scorta del lavoro avviato nei mesi passati.”

Tutto qui? Decisamente un po’ pochino, caro ex-, futuro (?) Premier, nonché Professore. Tu forse, stando alla Bocconi, non ti sei accorto che l’FFO (Fondo di Finanziamento Ordinario) quest’anno è stato tagliato di altri 400 milioni di euro, come già previsto da Tremonti e come messo in pratica dalla Legge di Stabilità (che ha trovato solo 100 milioni di euro “riparatori”); forse non hai realizzato appieno che, per la prima volta, tale somma non basterà a coprire le spese correnti dei singoli Atenei; probabilmente non ti sei accorato neppure delle vibranti proteste del tuo stesso ministro Francesco Profumo e di quelle dei Rettori della CRUI;

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né hai calcolato che il turn-over al 20% per il 2012, 2013 e 2014, come già abbiamo sottolineato, significa la perdita secca di migliaia di posti di lavoro e la morte lenta, ma sicura -per asfissia- di numerosi Atenei.

E’ vero: non bastano 300 milioni di euro per risolvere tutti i problemi e le storture del nostro sistema, né i soli finanziamenti sono la panacea. Il punto però è che leggendo la tua agenda si ha come l’impressione che mentre i problemi della scuola risultano analizzati in modo piuttosto dettagliato (le criticità dell’attuale sistema emergono e si propongono rimedi), quelli dell’Università, al contrario, no. Bisogna continuare sulla scia di quanto già fatto dall’ANVUR e l’unica ricetta, davvero inquietante, è costituita dalla verifica “degli esiti occupazionali a sei mesi e tre anni dal conseguimento della laurea”. Come a dire Dipartimenti umanistici, soprattutto al sud d’Italia, per voi non c’è scampo.

PS Caro Babbo Natale, seppure in ritardo, accetti ancora un pizzino? Io, prometto, farò la brava, non dirò più bugie, non ruberò caramelle, la sera mi laverò sempre i denti prima di andare a nanna, ma ti prego: che l’estensore di questa parte dell’agenda Monti non diventi il prossimo Ministro dell’Università.

Elle



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