Durante la vigilia di Natale il piccolo Billy Chapman va insieme alla famiglia a trovare il nonno in un istituto privato. Billy rimane per qualche minuto da solo con il vecchio, che gli rivela la vera natura di Babbo Natale: regali per i bambini buoni, ma orrende punizioni per chi è stato cattivo. “E tu Billy, sei stato buono quest’anno?” Il povero Billy scuote la testa e viene investito dalla folle risata del nonno, che gli consiglia di scappare se quella notte incontrerà Babbo Natale.
Ecco che puntuale arriva il fantasma profetizzato dal nonno: un rapinatore balordo, con maschera di Babbo Natale, incontra la famiglia Chapman sulla via del ritorno. I genitori di Billy vengono ammazzati senza pietà, il piccolo si mette in salvo e finisce in un orfanotrofio insieme al suo fratellino ancora neonato. L’indottrinamento della madre superiora – di cui l’idea base è, guarda caso, la punizione – completano l’opera distruttiva sulla mente di Billy. È così che nasce un killer inarrestabile.
Natale di sangue (1984), titolo originale Silent Night Deadly Night, per molti elementi appartiene di più agli slasher di fine anni ’70. Andò molto male al botteghino, surclassato dal più innovativo Nightmare di Wes Craven, beneficiario di un budget maggiore. Ma probabilmente l’esito dello scontro fu deciso dalle dilaganti proteste contro un film violento, che dissacrava la festa carica di zuccherosa bontà a partire dal titolo – sbeffeggiamento della nota canzone, deadly sostituisce la parola holy. Per non parlare di una figura estremamente positiva, soprattutto per il marketing, trasformata in assassino sanguinario e psicopatico.
Tuttavia il fascino e il valore del film derivano proprio dal protagonista, che uccide con la freddezza e la forza impressionante dello psicopatico di Maniac (1980), il tutto vestito da Babbo Natale. Il che è un valore aggiunto, se pensiamo anche alle uccisioni per nulla ripetitive. Trofei di caccia usati per impalare, martellate spaccatesta, l’immancabile accetta, una vittima trafitta da una freccia giocattolo – non tanto giocattolo. L’uccisione più a tema è sicuramente lo strangolamento con un filo di lucine colorate.
Oltre a quattro sequel, c’è stato un remake nel 2012. Differenza principale è la trasformazione dell’assassino in anonimo fantasma – indossa una maschera – simbolo del male da estirpare. Scelta estranea all’originale, dove l’allucinato volto di Billy (Robert Brian Wilson) è sempre bene in mostra tra cappello rosso e barba finta. È doveroso segnalare che sempre nel 1984 vide la luce il britannico Non aprite fino a Natale!. Ma lì qualsiasi persona vestita da Babbo Natale era la vittima scelta dal killer.
Noi preferiamo i regali di sangue, non se la prenda a male la Coca Cola!
Marco Parlato