Baby Daddy: avere vent’anni e diventare papà

Creato il 29 gennaio 2014 da Gowoman
 29 gen 2014   Posted by Tiziana Bilotta
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Vi dirò, credo che gli americani siano dei geni nel creare telefilm di successo. Voglio dire, sono sicura che almeno una di voi ne ami alla follia uno. Qualunque età abbiate, vi sfido: dalle storiche “Charlie’s Angels” a “Starsky & Hutch” a “Bayside School” passando per “Willie, il principe di Bel Air”, a “Scrubs”, “Buffy l’ammazzavampiri”, “Veronica Mars” e potrei continuare all’infinito, davvero.
Ammettiamolo, sono dei maestri e noialtri, qui, dobbiamo accettarlo.
Prendete le sitcom, ad esempio. Ce ne sono alcune che mi hanno fatto ridere per tutta l’adolescenza, che mi hanno tenuto compagnia per interi pomeriggi e che mi mancano da morire, come “Friends”, e alcune nuove di zecca che rallegrano le mie serate e di cui già non posso più fare a meno.
Una di queste è sicuramente “Baby Daddy”.
La verità è che sono alla perenne ricerca di una serie televisiva, un libro, un film che mi facciano innamorare. Cerco storie che mi appassionino, personaggi in cui io possa immedesimarmi o che mi facciano star bene. Così, una sera, mentre alla tv non c’è nulla di interessante, decido di guardarmi questo telefilm. Non che la trama mi attirasse poi tanto ma, chissà come, mi son detta che avrei dovuto almeno dargli una possibilità.

Bè, ho fatto la scelta giusta.
Il protagonista è Ben, un ragazzo che lavora come barman a New York City e che divide l’appartamento col suo migliore amico, Tucker.  La sua vita è quella di un normale ventenne, e i suoi interessi principali sono il divertimento e le ragazze… questo almeno fino a quando, un giorno, qualcuno non bussa alla sua porta: Emma.
Emma non è semplicemente una delle sue ex-fiamme, è qualcosa di più: è sua figlia.
Ben si ritrova imbambolato a guardare questo scricciolo infagottato in una culla lasciata proprio fuori dal suo appartamento. Accanto alla bimba, un biglietto col suo nome. In preda al panico, non avendo la minima idea di come ci si prenda cura di un neonato e sapendo benissimo di essere troppo giovane per essere padre, decide di chiamare i servizi sociali per dare Emma in adozione.  Ma quando due occhioni, quelli di tua figlia per giunta, ti guardano in quel modo, chiedendoti soltanto di amarla, bè, c’è poco da fare se non capitolare.
Ben sceglie di tenere Emma con sé, nonostante il parere inizialmente discorde della madre e nonostante sia consapevole di essere a stento capace di occuparsi di se stesso.

Sa che non può fare altrimenti perché nel momento stesso in cui ha preso per la prima volta sua figlia tra le braccia ha capito di voler essere suo padre.

Si troverà, così, a doversi destreggiare tra il suo nuovo ruolo di padre e una vita che è tutta ancora sospesa in un equilibrio instabile. Ad aiutarlo, però, ci saranno suo fratello maggiore, Danny, giocatore di hockey professionista, dolce e affascinante; sua madre Bonnie, single quarantenne con la paura di invecchiare; Tucker, coinquilino e amico di sempre e Riley, studentessa di giurisprudenza, migliore amica di Danny e da sempre innamorata di Ben.

Insomma, “Baby Daddy” è una sitcom leggera che affronta un tema importante come quello della paternità in giovane età con un pizzico di ironia, che non guasta mai, e tanta tanta comicità.

Come al solito, non voglio svelarvi di più ma posso assicurarvi che vale tutto il vostro tempo, e soprattutto le vostre risate.
Buona visione!


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