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“Baccini canta Tenco” e si sfoga… “oggi la musica è al servizio delle radio…”

Creato il 29 agosto 2014 da Musicstarsblog @MusicStarStaff

baccini-tenco-premio“Baccini Canta Tenco”  è Il nuovo progetto discografico di Baccini che nasce da un lavoro teatrale, portato in scena con successo lo scorso anno, nato con l’intento di far rivivere le canzoni di Tenco, cercando anche di darne una veste nuova, ma nel rispetto dell’originale.  Baccini omaggia Tenco, scomparso suicida nel corso del Festival di Sanremo del 1967 per protesta contro un sistema iniquo che già all’epoca privilegiava i “grandi” guadagni alla qualità.  Anche Baccini ha protestato, non senza conseguenze, facendo sentire la sua voce con brani di protesta a sfondo sociale e contro le ingiustizie di un sistema spesso corrotto come   lui stesso racconta in uno “sfogo” che riportiamo,uno spaccato del mondo discografico e di quello che ci ruota intorno come le radio, la testimonianza di una realtà attuale e senza soluzione   finchè  a denunciare sono solo voci solitarie che si levano da un coro di colpevoli silenzi.

“Baccini canta Tenco” e si sfoga… “oggi la musica è al servizio delle radio…”

«Il potere non ama la creatività perché non vuole che la gente pensi- afferma Baccini- per cui bisogna fare canzoni che non facciano pensare. E’ mai possibile che, in un momento come questo, non si senta una canzone che affronti un tema sociale? Quando si parla di dittatura mediale, poi, non si parla mai dei network radiofonici che hanno massacrato le orecchie di almeno due generazioni facendo passare della spazzatura sonora soltanto perché ci guadagnano sopra. Una volta la radio era al servizio della musica, oggi è la musica che è al servizio della radio. Per passare devi pagare il pizzo e rispettare certi crismi. Oggi uno potrebbe anche incidere “Imagine” che non te la passerebbero con la scusa che, non essendoci la batteria, non è radiofonica.»

«Io vado controvento da 20 anni- continua Baccini- e da quel cd in poi  (Baccini è stato radiato dalla Rai per cinque anni per il cd “Nomi e Cognomi” che conteneva canzoni su Andreotti e Renato Curcio) il mio nome è nella lista nera. Non contento, due anni dopo feci un pezzo contro la televisione, “Sono stufo di vedere quelle facce alla tivvù,” per il quale il Tg 5 mi criticò con un lungo servizio. Fino a qualche anno fa ti censuravano, ora, invece, ti fanno sparire. Se sei un rompipalle il tuo disco non passa in radio, tu non vai in tv e la gente non lo sa. Era un meccanismo che stava colpendo anche De Andrè. Non passava in radio, non andava in tv e le nuove generazioni cominciavano a non conoscerlo. Per cui durante l’ultimo tour di “Anime salve” mi telefonava incazzato perché era costretto ad annullare dei concerti per bassa prevendita. Poi è morto e, per la gioia dell’industria discografica, è tornato in auge.»


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