bad boy Penn...
Creato il 30 giugno 2014 da Omar
Che i «bad boys» prolifichino a Hollywood è da quasi un secolo un fatto acclarato.A partire grossomodo dalle marachelle alcoliche di un Douglas Fairbanks, passando per le deviazioni sessuali di «Fat» Roscoe Arbukle per poi proseguire lungo l'intero arco della Babilonia delle star, si potrebbe senza difficoltà declinare in multiformi variazioni quello che è un vero e proprio topos dello scintillante mondo del cinema: quello, cioè, dell'«attore maledetto». Ma qualora in questa infinita carrellata provassimo a soffermarci su Sean Penn, pregevolissimo outsider della attuale macchina filmica americana, ci accorgeremmo che la sua figura imprime in realtà una notevole svolta alla categoria, essendo egli colui che più d'ogni altro rappresenta - con il suo impegno sociale, le sue intense prove registiche, il suo perenne remare dall'interno contro i diktat di major e politica - un modello nuovo (e oggettivamente costruttivo) di anti-divo. Al pari della sua fama, la sua biografia ufficiale Sean Penn, un cattivo ragazzo si presenta quindi come un gineceo non protocollare di voci talvolta addirittura discordanti. Il critico cinematografico Richard T. Kelly trascrive una lunga serie di interviste dalla viva voce dei protagonisti della vita del cineasta, aiutandoci a ripercorrere la vita di Sean per farci scoprire che è ebreo, italiano e irlandese d’origini: dall’infanzia coccolata in una casa di artisti all’adolescenza sulle onde di Malibù, gli esordi dell'attore vengono narrati col piglio giusto, senza insomma sfociare nello sterile gossip o, peggio, nel voyeurismo d'accatto che talvolta affligge libri della medesima genia. Il fuoco passa poi con naturalezza sulle sue amicizie: da vere e proprie leggende (Bono, Jack Nicholson, Marlon Brando, Hanry Dean Stanton, Dennis Hopper, per citarne solo alcuni) a gente comune tipo lo “sbirro” Dennis Fanning, o il galeotto Adrew Daulton Lee, a figure che giocoforza hanno cambiato la vita del nostro, come l’ex-moglie Madonna e l’amico/padre putativo Charles “Hank” Bukowski, a riprova che Sean ha amato circondarsi di gente intensa al di là del rango sociale.Il volume percorre passo passo, attraverso la viva voce del protagonista, i momenti salienti di una vita memorabile, dai primi lavori al cinema (chi si ricorda di «Spicoli», il surfista pazzo di Fuori di Testa?) e a teatro, all’incredibile popolarità del matrimonio con Madonna nel momento in cui la cantante stava diventando divina. E poi l’eterno match con la stampa, coi produttori, coi registi, finanche con le istituzioni, perché la coerenza è per quest'uomo un punto d'onore irrinunciabile, anche a costo di sprecare occasioni uniche. E ancora i momenti di spleen, i giorni in cui flirtava con l’alcol e le droghe, sul ciglio di un pericoloso rendez vous. Fino all’amore tumultuoso con Robin Wright, la donna che probabilmente è riuscita a contenere l'inquietudine dell'artista aiutandolo a veicolarla nella maniera più giusta (a patto che ne esista una!) ma con la quale, dopo decenni di tira e molla, ha infine divorziato.Un libro non solo per addetti ai lavori, ma anche per chi ama più in generale l’arte della recitazione: nelle parole di Sean Penn (ma anche di altri suoi illustri colleghi come Mickey Rourke - a cui ha recentemente «soffiato» l'Oscar e col quale da sempre vive un conflitto di amore/odio totale, Susan Sarandon, Kevin Spacey, Jack Nicholson) la lucida riflessione sul suo mestiere, sulla vera essenza di chi entra nel corpo e nell’anima di qualcun altro, ma anche sui semplici trucchi che hanno portato Penn a essere riconosciuto come uno dei più bravi interpreti della sua generazione. Ed ancora l’approccio anarchico e personale alla regia, con una sensibilità scevra di pregiudizi che potrebbe insegnare parecchio a chi ha velleità nel settore. Un volume insomma denso di spunti di riflessione, davvero affascinante.
Richard KellySean Penn un cattivo ragazzo (Ed. Sperling & Kupfer)
Potrebbero interessarti anche :