Una coppia di coniugi tedeschi si ferma in una zona solitaria e inizia una furiosa lite.
La donna, dalla massiccia corporatura, raccoglie una valigia e messasi sulla testa il caratteristico copricapo bavarese si incammina sulla strada solitaria.
La scena si sposta all’interno del Bagdad Cafè, una struttura fatiscente e sporca che funziona da pompa di benzina, bar e motel ed è diretta da Brenda, una energica donna di colore con un marito fanullone e stranito e con tre figli oltre ad un nipotino in fasce.
Brenda litiga furiosamente con il marito che decide di andarsene, poi si lascia andare ad una crisi di sconforto; dei tre figli infatti nessuno sembra voler collaborare con la donna e l’unico dipendente della struttura, il barista, sembra essersi adeguato al clima di lassismo che impera nel Bagdad Cafè.
Mentre Brenda è seduta fuori dal bar, sconsolata per le responsabilità che deve affrontare, vede spuntare dalla statale che attraversa il deserto del Mojave la sagoma ingombrante della turista tedesca, ansimante e sudata sotto un sole implacabile.
La donna, Jasmin, chiede una stanza e la perplessa Brenda le affitta una stamberga sporca e malsana.
Da quel momento le cose iniziano lentamente a cambiare; Jasmin, silenziosa ed efficace, approfitta dell’assenza di Brenda andata in città per rifornimenti per ripulire la sua stanza e successivamente l’ufficio di Brenda e poco alla volta il bar e gli altri locali dell’impianto.
I pochi avventori abituali del motel, fra i quali c’è l’ex pittore di fondali di Hollywood Rudi Cox e una ragazza silenziosa che fa tatuaggi si abituano a quella presenza silenziosa ed efficiente; Cox, incuriosito dalla donna, cerca subito la sua amicizia che la donna gli concede.
Al ritorno Brenda, sorpresa, trova i cambiamenti apportati da Jasmin ma non ne è affatto contenta e si scontra con la donna, arrivando a chiamare lo sceriffo per capire se la donna ha qualcosa da nascondere.
L’inizio del rapporto tra le due donne è quindi tempestoso, ma è destinato a modificarsi con il tempo.
Jasmin infatti ha un carattere solare, anche se estremamente riservato e si fa amare per la sua capacità di saper cogliere in ognuno dei presenti al Bagdad Cafè il meglio delle loro personalità.
Incoraggia Salomon (il figlio di Brenda),che è un bravo musicista a suonare la musica classica, che ama; riesce a dialogare con la giovane Phyllis che vive immersa nella musica diffusa dal suo walkman, diventa modella di Cox che la ritrae in numerosi dipinti.
Poco alla volta anche Brende si scioglie.
Accade infatti che Jasmin, che è scappata portando via per errore la valigia del marito, abbia trovato all’interno di essa una scatola che insegna i rudimenti della magia; la donna con molta applicazione diventa una brava illusionista e propone i suoi spettacolini ai rari avventori del locale, che da quel momento iniziano ad aumentare, attratti dalla novità e sopratutto dalla pulizia e dall’ordine che adesso regnano al Bagdad Cafè.
Poco alla volta il successo arride al locale, che diventa la meta preferita di giovani e camionisti, che si passano parola con i loro barracchini.
Jasmin diventa così un’amica, una confidente e un’attrazione del locale, un punto fermo assolutamente imprescindibile per la piccola comunità che gravita attorno al locale.
Purtroppo è in arrivo un colpo di scena.
Lo sceriffo comunica a Jasmin che il suo permesso di soggiorno è scaduto e che quindi la donna deve ritornare in patria, nella sua citta natale di Rosenheim.
La partenza di Jasmin che lascia a malincuore il suo gruppo di amici getta nella costernazione la comunità che poco alla volta si lascia andare, ritornando alla piatta vita precedente.
Jasmin posa per l’amico Rudi
Ma un giorno, mentre Brenda è fuori in cortile immersa nei suoi pensieri, vede in lontananza l’inconfondibile sagoma di Jasmin, questa volta vestita di tutto punto, fresca e sorridente essendo arrivata in taxi.
Le due donne, ormai amiche, si abbracciano.
E’ l’inizio di una nuova vita, per il Bagdad cafè;Brenda partecipa anch’essa agli spettacolini organizzati da Jasmin e si riprende in casa il marito, tornato con la coda tra le gambe.
Il locale ha sempre più successo e alla fine Jasmin decide di restare per sempre in quel posto dove è amata e rispettata e accetta anche la corte di Cox, che la chiede in sposa.
Il film termina con la battuta di Jasmin, che di fronte alla richiesta di Cox, risponde sorridendo maliziosamente “devo chiederlo a Brenda”
Bagdad cafè è una commedia dei buoni sentimenti, strutturata quasi come una favola con il gran pregio di non risultare mai melensa o sciropposa.
Giocata sul forte contrasto tra i due personaggi principali, l’enigmatica e seria signora Jasmin, teutonica ed efficace in tutte le sue azioni e l’afro americana Brenda, anch’essa efficiente ma costretta dalle circostanze a dover affrontare un nugolo di problemi completamente da sola, la pellicola vive di dialoghi stringati, di caratterizzazioni di personaggi, di descrizioni ambienali in senso di atmosfera.
Il piccolo cosmo che ruota attorno al Bagdad cafè trova nella signora Jasmin un punto di riferimento imprescindibile; dai figli di Brenda, al barista passando per il buon Cox, tutti sono affascinati, ammaliati da quel personaggio silenzioso che irrompe con delicatezza nelle loro vite, grazie all’enorme pregio di saper ascoltare e confortare senza usare parole vane.
Il personaggio di Jasmin così finisce per diventare assolutamente indispensabile a tutti; i clienti, il giovane Eric che si è accampato accanto al Bagdad Cafè e che passa il suo tempo lanciando il boomerang e riprendendolo hanno bisogno di lei, che ha sempre una parola di incoraggiamento per tutti.
E che porta il Cafè dall’essere una topaia all’essere il punto di ritrovo del circondario, desolato e selvaggio come solo i deserti sanno essere.
Percorso dalla straordinaria colonna sonora di Jevetta Steele, quella Calling you che in seguito sarà ripresa da artisti del calibro di Tracy Chapman, Barbra Streisand, George Michael, Jeff Buckley, Céline Dion, il film si rivela una commedia intensa e a tratti toccante, che mostra come il dialogo tra genti e culture diverse possa essere basato sul rispetto reciproco, sulla comprensione delle diverse abitudini e stili di vita.
Straordinarie le due attrici protagoniste.
Marianne Sägebrecht che interpreta la teutonica Jasmin da corpo ad un personaggio ricchissimo di sfaccettature quanto enigmatico e solare ma allo stesso tempo comunicativo, grazie sopratutto alla straordinaria mimica facciale dell’attrice.
Stesso discorso per Carol Christine Hilaria Pounder, conosciuta come CCH Pounder, di origini guyanesi, che interpreta Brenda caratterizzandola al meglio con un’interpretazione da Oscar; il suo personaggio, umanamente simpatico aldilà di certi risvolti burberi è una delle cose migliori del film.
Ottimo anche Jack Palance, a suo agio nei panni insoliti di un gentiluomo americano di campagna che si innamora della dolce Jasmin.
Sia la Sägebrecht che la Hilaria Pounder sono agli antipodi dal prototipo della diva vamp americana; sono le donne di tutti i giorni, quelle che combattono la dura realtà del quotidiano; hanno corpi da massaia, come vedremo nel caso di Jasmin che poserà a seno nudo per Cox, fanno i gesti della casalinga sempre monotonamente uguali. Ma lo fanno con quella forza che le rende straordinarie.
Bagdad Cafè è un gran bel film, che insegna il rispetto per la diversità,la tolleranza, la multi razzialità.
Un pregio, insomma.
Ed è e diretto da un bravo regista come Percy Adlon, capace di essere allo stesso tempo regista e sceneggiatore, produttore e direttore della fotografia; la sua regia è agile e asciutta, capace di cogliere aspetti generalmente tralasciati come la caratterizzazione profonda dei personaggi.
Da vedere assolutamente per passare due ore in compagnia di un gran cinema.
Bagdad Café,un film di Percy Adlon. Con Jack Palance, Marianne Sägebrecht, CCH Pounder,James Gammon Titolo originale Out of Rosenheim. Commedia, durata 112 min. – Germania 1987
Marianne Sägebrecht: Jasmin Muenchgstettner
CCH Pounder: Brenda
Jack Palance: Rudi Cox
Christine Kaufmann: Debby
Monica Calhoun: Phyllis
Darron Flagg: Salomo
George Aguilar: Cahuenga
G.Smokey Campbell: Sal
Hans Stadlbauer: Muenchgstettner
Alan S. Craig: Eric
Apesanahkwat: Arnie (lo sceriffo)
Ronald Lee Jarvis: Ron
Mark Daneri: Mark
Ray Young: Ray
Gary Lee Davis: Gary
Regia Percy Adlon
Soggetto Percy Adlon
Sceneggiatura Eleonore Adlon, Percy Adlon, Christopher Doherty
Produttore Eleonore Adlon, Percy Adlon, Dietrich von Watzdorf
Fotografia Bernd Heinl
Montaggio Norbert Herzner
Musiche Bob Telson, Johann Sebastian Bach
Scenografia Bernt Amadeus Capra
Costumi Regine Bätz, Elizabeth Warner
Trucco Lizbeth Williamson
1 Bavarian Film Awards: migliore sceneggiatura (1988)
1 Ernst Lubitsch Awards: miglior regia (1988)
2 German Film Awards: migliore attrice, miglior forma di lungometraggio (1988)
1 Seattle International Film Festival: miglior film (1988)
1 Casting Society of America: miglior casting (1989)
2 Premi César 1989: miglior film straniero, miglior film dell’Unione europea
1 French Syndicate of Cinema Critics: miglior film straniero (insieme a The Dead – Gente di Dublino di John Huston) (1989)
1 Guild of German Art House Cinemas: miglior film tedesco (1989)
1 Guldbagge Awards: miglior film straniero (1989)
1 Premio Robert: miglior film straniero (1989)
1 Amanda Awards: miglior lungometraggio straniero (1989)