ROMA – La bagna cauda è uno di quei piatti che esalta la convivialità e, per quanto sia definito povero, è invece ricco di umanità e storia, gusto e passione. Una ricetta che parte da una semplice salsa calda di aglio, olio e acciughe dove si intingono le verdure crude autunnali come peperone, cardo bianco, cavolo e topinambur. A questo piatto, Asti e la rivista “Astigiani” dedicano il primo “Bagna Cauda Day”.
Nelle cantine storiche di Asti e in altri 50 tra ristoranti e vinerie della città, del Monferrato, di Langa e Roero, sarà cucinata la Bagna Cauda secondo tradizione, con un prezzo fisso di 25 euro a persona che garantirà anche un quaderno con il galateo del bagnacaudista e il coraggioso bacio a mezzanotte che tutti i commensali si scambieranno in piazza o nei ristoranti al termine delle serate.
Come spiega Roberto Fiori per la Stampa
All’iniziativa (info su www.bagnacaudaday.it) stanno aderendo anche ristoranti lontani: dal mitico «Barbetta» di New York alla vineria «Uva» di Shanghai e poi altri locali a Buenos Aires, Los Angeles e perfino a Tonga, l’isola del Pacifico posta sul cambio di data che sarà la prima, per via del fuso orario, a celebrare la Bagna Cauda grazie a un ristoratore di origini piemontesi.
Ma riscoprire questo piatto significa anche seguire un itinerario suggestivo che parte dalla Riviera ligure e dalla Costa Azzurra, scavalca le montagne, percorre le vallate Cuneesi e l’Alta Langa fino a raggiungere la pianura padana, sulla scia di ingredienti e antiche rotte commerciali. Prime tra tutte, le celebri «Vie del sale» che univano la Liguria, il Nizzardo e la Provenza al Sud Piemonte, consentendo di recuperare il prezioso sale marino per la conservazione degli alimenti come le acciughe.
Tra le più pregiate, ci sono le acciughe di Monterosso che hanno un gusto particolarmente equilibrato: sono saporose, ma al tempo stesso delicate. In passato denominate «u pan du ma» (il pane del mare), sono l’ingrediente base della Bagna Cauda e vengono pescate lungo la costa delle Cinque Terre, da Punta Mesco fino a Punta Cavo. Altro prodotto fondamentale è l’aglio: particolarmente ricercato è quello di Vessalico, un minuscolo comune dell’Alta Valle Arroscia, nell’entroterra di Albenga, dove un piccolo gruppo di produttori è riuscito a tramandare i bulbi e a conservare i metodi di coltivazione e confezionamento. L’aglio di Vessalico ha un aroma delicato, un sapore intenso e leggermente piccante e, soprattutto, un’estrema conservabilità.