Bahrain/ Nave “Cavour”. A bordo il ‘battito’ del cuore sardo

Creato il 18 dicembre 2013 da Antonio Conte

a cura del personale militare e civile imbarcato

“Questa terra non assomiglia ad alcun altro luogo.
La Sardegna è un’altra cosa:
incantevole spazio intorno e distanze da viaggiare,
nulla di finito, nulla di definitivo.
È come la libertà stessa.”

Con queste parole, Lawrence, nel 1921 tesseva le lodi della Sardegna definendola un luogo “fuori dal tempo e dalla storia”. Oggi è una Regione in ginocchio che piange i suoi 17 morti, e prova dignitosamente a rialzarsi e a riemergere dal fango dell’alluvione che l’ha colpita lo scorso 18 novembre 2013. 

Un fermo immagine, un simbolo, 12 cuori che battono all’unisono dal ponte di volo della Portaerei Cavour. È bastata la familiarità dell’accento linguistico, un sorriso ed un passaparola a radunare tutti i sardi presenti a bordo nel corso di una sosta Operativa in Bahrain. La presenza della bandiera dei 4 mori è la testimonianza tangibile del cordone che lega ogni sardo al suo amato territorio.

Non uno scatto qualunque, non un sorriso rubato, vi è stata in questa iniziativa la piena consapevolezza di voler essere uniti nello spirito di rinascita. Sguardi fieri e animi coesi, gli stessi che operano e cooperano all’interno del 30° Gruppo Navale impegnato nella Campagna “Il sistema Paese in movimento”.

A concludere sono le parole pronunciate per l’occasione da coloro i quali hanno pianto in silenzio lacrime amare per la loro terra:

Terra mia dolce e bella,
brilli tanto, più di una stella,
sei aspra tenace e forte
e te nel cuore avrò fino alla morte.

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