Ma veniamo alla notizia che abbiamo già riferito, prendendola da fonti televisive che abbiamo indicato e che continueremo a sorvegliare. Intendo la questione del “gas tossico” , quale che sia, che abbia prodotto gli effetti descritti. In questi ultimi giorni, anzi nelle ultime ore, sembra che sia sfumata l’idea di un intervento militare contro Geddafi, che ha ripreso il controllo della situazione in Libia. Ci hanno bombardato con notizie sulle atrocità, vere o presunte, commesse da Geddafi contro la popolazione libica. E questo avrebbe dovuto essere la base di legittimazione per un nuovo massacro stile Iraq o Afghanistan, in nome della “pace” ed a scopo “umanitario”: mai come nella nostra epoca le parole hanno perso il loro senso originario fino a significare esattamente il contrario di ciò che pretendono di dire. Dico i massacri che i Sauditi ovvero gli stretti alleati degli Usa, per non parlare di Israele, conducono da decenni e in modo normale non entrano nel conto? I classici due pesi due misure? La classica doppia morale? Ma fino a quando continueranno ad insultare la nostra intelligenza. Se davvero qualcosa dobbiamo e possiamo apprendere dalle rivolte arabe, vuol dire che dobbiamo incominciare a contestare non i singoli nostri politici e governanti, ma il sistema che li produce e che conduce noi ed il mondo intero alla catastrofe. Gli eventi apocalittici giapponesi non sono un’altra storia. Sono la stessa storia che cominciò proprio in Giappone con Hiroshima e Nagasaki. Nessun Tribunale ha mai processato gli strateghi statunitensi di allora come criminali di guerra. Ci auguriamo che la catastrofe giapponese induca l’Iran ad un clamoroso abbandono del nucleare, sia pure civile, come hanno sempre sostenuto. Ma a maggior ragione pretendano dal mondo il disarmo nucleare di Israele, che è il vero pericolo di tutto il Medio Oriente, non da oggi, ma almeno dai tempi della Dichiarazione Balfour. Ma seguiamo qui le cronache dell’invasione del Bahrein, nuovo capolavoro della politica saudita US-Israel.
CLParla Egeria.
Comunque, le immagini che avevo già salvato dalla diretta di PressTV-Streaming online mostrano cittadini in fuga in un filmato amatoriale non molto nitido. Qualora il titolare di questo blog si sentirà autorizzato a pubblicare le immagini, saranno inserite verso la fine di questo post, con breve spiegazione e descrizione. Delle immagini che ho “catturato” si salvano poche, perché in movimento e sfocate. Qualora PressTV mandasse in onda altri filmati che mostrano l’attacco in atto ai cittadini del Bahrein, cercherò di non farmi sfuggire l’occasione di catturare qualche istantanea dallo streaming.
I fatti comunque sono i seguenti - e sono tutti illustrati in basso con immagini catturate dai filmati streaming di PressTV o dai video YouTube – e per fortuna le ho catturate, prima che anche questi video possano sparire dal web.
L’intervento militare è stato richiesto da parte del monarca del Bahrain, re al-Khalif
I commenti generalmente espressi da parte degli esperti intervenuti durante la lunga diretta di PressTV nelle ultime 24 ore, senza citare nessuno in particolare, sono in sintesi i seguenti:
Il dato più significativo del Rapporto Reuters è, come scrivevo, il seguente:
E’ facile, quindi, fare il calcolo di quanto intascano ogni giorno i principi sauditi: il prezzo del Brent per 1 barile (sopra i 100 dollari) moltiplicato x 1 milione.
Ed è facile immaginare quanto saranno allarmati, tutti i dittatori dei paesi arabi produttori di petrolio. Hanno molto da perdere. Uno degli esperti che ascoltavo – ma davvero non ricordo quale tra i tanti – commentava “si sono approfittati del fatto che gli occhi del mondo sono puntati sulla terribile tragedia in Giappone, per commettere questo crimine nei confronti della popolazione inerme del Bahrein”.
Ecco di seguito la foto-cronaca dell’invasione.
EgeriaBahrein. Cronaca di un’invasione
Sabato, 12 marzo: arriva in Manama il ministro americano alla Difesa Robert Gates. Incontro con il re al-Khalifa e il principe ereditario, per rassicurare il monarca e confermare il pieno appoggio da parte degli Stati Uniti alla casa reale.
La folla viene colpita dal gas. I medici: “questo è molto peggio del gas lacrimogeno: gli effetti durano 18 ore” (come da video elencati di seguito).
Se poi è vero che un’immagine vale mille parole, lasciamo allora parlare soprattutto le immagini. Noi cercheremo soltanto di analizzarle e di interpretarle. La foto-cronaca è divisa in 2 parti (per ora):
parte 1: Vigilia dell’Attacco Militare, con cariche della polizia che apre il fuoco contro i cittadini inermi e li colpisce con GAS ufficialmente “lacrimogeni”;
parte 2: Arrivo in Bahrein delle Forze Armate dei Paesi del Golfo Persico.
parte 3: (segue nel prossimp post: e spero contenga le immagini del massiccio attacco di ieri e di oggi, martedì, ai cittadini del Bahrein, avvenuto non solo nella capitale, ma in ogni villaggio e località dell’isola. Le uniche immagini che ho visto oggi, erano quelle che PressTV mandava in onda, relative al video poi rimosso da YouTube. Le testimonianze dei corrispondenti di PressTV erano davvero di gravità inaudita. Ne parlerò in seguito).
Per avere un’idea della situazione, basti menzionare che ad un certo punto è comparso sullo schermo il Titolo: I Medici dell’Ospedale di Sitra Chiedono Aiuto Urgente, Sono Circondati dall’Esercito del Bahrein (v. titolo inglese nell’immagine in basso). Va sottolineato che il Bahrein non è dotato di forze armate regolari, ma di un esercito di mercenari stranieri – addestrati in Arabia Saudita e Israele, secondo i racconti degli esperti.
Parte 1 – Domenica 13 marzo – Vigilia dell’Attacco Militare.
Parte 2 – Le Forze Armate dei Paesi del Golfo entrano nel Bahrein.
Domenica, 13 marzo. Viene annunciato che l’esercito dell’Arabia Saudita sta entrando in Bahrein, passando sul lungo ponte che collega l’Arabia Saudita alla minuscola isola del Bahrein con soli 700.000 abitanti. Nelle ore che seguono arriva l’annuncio che anche gli Emirati Arabi Uniti e il Kuwait hanno inviato forze e mezzi dell’esercito.
Qui in basso le cartine che mostrano le posizioni di Arabia Saudita e Bahrein, e l’immagine aerea che mostra il lungo ponte sul mare, simbolo del “cordone ombelicale” che lega il Bahrein all’Ammiraglia del Golfo, l’enorme Arabia Saudita. E’ da questo ponte sul mare che fanno il loro ingresso gli imponenti cortei delle forze di invasione.
«Tecnicamente è un’invasione, politicamente si tratta di Alleati che vengono in soccorso ad un sovrano per soffocare la rivolta dei cittadini che chiedono la fine del regime monarchico al potere da duecento anni, e l’instaurazione di una Repubblica Democratica». Questo il commento in diretta di molti osservatori politici.
Le immagini registrate passano sullo schermo il giorno dopo, quando l’attacco ai cittadini del Bahrein è già in atto. I titoli sotto le ultime 2 immagini qui sopra parlano chiaro: un cittadino del Bahrein muore in ospedale per le ferite; un soldato saudita viene ucciso, e dagli elicotteri si spara sulla popolazione del Bahrein che riempiono le strade anche quel giorno.
Continuano i cortei anche di notte.
Aggiornamento Martedì Notte: “Bahrein è un Disastro”
Ali al-Aswad, avvocato e esperto in diritto internazionale, in collegamento telefonico con PressTV descrive la situazione in Bahrein come “catastrofica”.
Ha aggiunto che le persone non riescono a raggiungere i centri medici nel paese perché gli ospedali sono stati chiusi o messi sotto assedio da parte delle milizie.
Secondo l’agenzia AFP almeno 5 villaggi sono stati attaccati dalle milizie e dagli elicotteri. Un medico dichiarava alla AFP che molte vittime erano state abbattute con proiettili rivestiti di gomma (pallettoni).
… segue …
Che parlino dunque le immagini. I nostri telegiornali ci ammaniscono dalla mattina alla sera il bunga bunga. Oggi per le strade di Roma potevano vedersi manifesti dipitriesti con un Berlusconi vestito e sorrirente e con tante donnine svestite accanto a lui. Enrico Mattei, che aveva tentato una diversa politica petrolifera, era stato eliminato con una bomba e con un sabotaggio, di cui non si sono mai potuti sapere gli autori. Per Berlusconi non hanno trovato di meglio che il bunga bunga, quasi che gli italiani non abbiano altro da fare e da pensare che guardare dai buchi di Arcore cosa succede dentro la villa. – CL
http://civiumlibertas.blogspot.com/2011/03/bahrein.html