IL NOME E LE ORIGINI
Il nome deriva dal termine “balanza”, che indica la bilancia (allegoria della giustizia). E’ una maschera della Commedia dell’Arte che rappresenta, in chiave satirica, il tipo del giurista e cioè “il dottore”. Appartiene alla schiera dei “vecchi” della Commedia dell’Arte, talvolta è chiamato Dottor Graziano o semplicemente il Dottore. Nella versione goldoniana de “Il Servitore di due padroni” prende il nome di Dottor Lombardi.
Nella “Commedia dell’Arte” fa le funzioni del secondo vecchio, affiancato a Pantalone. Più che un imbroglione è un medico strampalato e inaffidabile che sbaglia non solo il latino, ma anche l’italiano normale, scambiando le parole e i significati. Pur essendo buffo, non manca di una sua saggezza, specialmente nelle commedie più tarde, da Goldoni in poi.
Quasi sempre è il padre di uno dei due innamorati, e spesso si dimostra più sensato e più disposto ad accondiscendere ai desideri del figlio (o figlia) che non Pantalone che ha un carattere più stizzoso.
Il personaggio è approdato anche al mondo dei burattini sotto le spoglie di: Dottor Violoni detto Forbizzone, Graziano delle Cotiche, Scarpazzone, Campanari, Scatolone, Spaccastrumolo, Bombardone
BALANZONE, COLUI CHE TUTTO SA …
Nativo dell’Emilia, dove ha compiuto gli studi, è il classico personaggio “serio”, sapientone e presuntuoso che si lascia andare spesso in verbosi discorsi infarciti di citazioni colte in latino maccheronico. La maschera del Dottore è la presa in giro del supposto sapiente. Potrebbe essere un avvocato o un altro laureato, ma più spesso è un medico (cosa che lo rende più pericoloso al prossimo suo) che in realtà è solo un ignorante che riempiendo le sue frasi con strafalcioni in latino, lingua che all’epoca era usata dagli eruditi e che distingueva costoro dal volgo, riesce a imbrogliare e confondere il popolino. Parla imperterrito, da grande letterato, e non si lascia interrompere da nessuno, neanche quando si rende conto delle stupidaggini che racconta.
Uomo dalle guance rubizze, ha una grossa pancia ed è solito gesticolare molto, ma i suoi gesti sono sempre pacchianamente autorevoli ed eloquenti. Gode di molta stima tra le altre maschere che spesso si rivolgono a lui per un parere medico: egli non nega il suo aiuto ma sempre coglie l’occasione per fare la cosa che più gli piace: parlare ed elargire pareri di nessun valore.
IL COSTUME
Balanzone indossa la divisa dei professori dello Studio di Bologna: toga nera, colletto e polsini bianchi, gran cappello, giubba e mantello. Il cappello nero che porta in testa è di feltro a larghe tese e una mantella sulle spalle. Alla vita una cintura dove tiene sempre un fazzoletto o un pugnale. Il dottor Balanzone porta sempre sotto il braccio un grande libro per poterlo consultare in qualsiasi momento per dispensare i suoi consigli. Calza una piccola maschera che ricopre solo le sopracciglia e il naso, appoggiandosi su due grandi baffi. La siringona del clistere è uno dei suoi accessori prediletti.
Pignolo, cavilloso, prodigo di inutili insegnamenti e di consigli inappropriati, è sempre pronto a trovare ogni minima scusa per iniziare uno dei suoi infiniti sproloqui “dotti” a suon di parole storpiate e discorsi ampollosi ma senza senso. Sempre pronto a vantarsi dei suoi titoli, dice di conoscere ogni campo della scienza umana: legge, medicina, astrologia, filosofia; di esse parla in maniera noiosa, mescolandole in un groviglio inestricabile.
Balanzone incarna l’uomo presuntuoso ma ignorante, che tutto sa, ma nulla conosce. La simpatia che irradia è dovuta sicuramente a questo carattere saccente e ignorante allo stesso tempo. Anche se si ritiene “Uomo studiato”, è al livello delle altre maschere sue compagne ed insieme portano sul palco l’irriverente allegria del Carnevale.
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