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Balcanizzare l’Italia per salvare Monti

Creato il 09 novembre 2012 da Albertocapece

Balcanizzare l’Italia per salvare MontiGovernare l’Italia non è impossibile, è inutile. La frase attribuita a  Mussolini (ma forse di Giovanni Giolitti) deve essere tornata in mente all’inquilino del Quirinale, emersa dai giacimenti di memoria di chi si iscrisse al Guf (gioventù universitaria fascista) a metà del ’42, con grande senso della storia e degli eventi.  Come riuscire a far digerire Monti, il terminator voluto dalla Merkel, ai partiti? Al Pd che rischia di vincere, ma anche agli spezzoni del Pdl in agonia e pure al nuovo minaccioso partito del Cavaliere che avrà alla guida il banchiere – gelataio Samorì, braccio destro di Dell’Utri? Per non parlare del movimento di Grillo che cresce sempre di più. Molto rischioso per un premier che non gode di alcun favore popolare e che ha trascinato verso il basso anche il suo mentore quirinalizio.

E allora è meglio che nessuno abbia abbastanza potere per  poter fare a meno dell’ineffabile professore come collante del non pensiero politico complessivo. Ecco il senso dell’agguato messo in  opera sotto la supervisione dell’Udc e di Rutelli per alzare la soglia oltre il quale un partito prende il premio di maggioranza. La pattuglia casinesca, rafforzata dagli industrial catto d’accattto formata da Montezemolo-Riccardi-Passera-Bonanni, cioè dei montisti a tutti i costi per spirito reazionario e mercenario assieme, è la chiave di volta di questo piano: qualunque sia il risultato delle elezioni devono aver bisogno di loro e dunque di Monti e delle sue ricette. Così – a dimostrazione che il prof è un governatore sostenuto al di fuori dei confini – l’ingovernabilità diventa la chiave di una governance ambigua e dai caratteri oligarchici. Del resto l’insistenza per fare una nuova legge elettorale ad hoc a ridosso delle elezioni, pure secondo l’Europa è democraticamente sospetto. Ma si sa che viviamo una Unione a la carte dove qualsiasi cosa è lecita o meno a seconda che piaccia o meno ai poteri bancari e finanziari oltre che ai Paesi ricchi.

Nel contempo i media si sono assunti il compito di far fuori l’Idv e di tenere a bada Grillo, mentre spuntano inchieste sospette per la tempistica e comitati d’affari per sostenere i personaggi più affini al piano come Renzi. Ma naturalmente garantendo l’immunità a tutti attraverso una legge anticorruzione, nata per l’appunto dentro l’incubatrice della corruzione.

E’ chiaro che stiamo vivendo la coda velenosa e pericolosa della seconda repubblica, altro che terza, dove tutto il peggio degli ultimi vent’anni viene riciclato in vista di un solo obiettivo: obbedire agli interessi delle banche, sia pure mediato attraverso la Bce, la commissione europea o gli interessi immediati dei singoli Paesi. Perché alla fine sono loro che chiedono il permanere di uno statu quo ante la crisi che può essere perseguito solo attraverso l’impoverimento generale. Se altrove il fine è stato raggiunto attraverso appoggi finanziari e mediatici senza precedenti a leader conservatori disponibili al massacro, in Italia si preferisce la balcanizzazione, cercando tutti i sistemi per frantumare il sistema politico e renderlo di fatto impotente e disarmato di fronte al governatore. Certo la mancanza di progetti e l’autismo di potere con cui gli apparati si sono sempre isolati dall’elettorato, favoriscono di molto questa soluzione, perché è difficile un appello al popolo dopo averlo così a lungo dimenticato.

Da questo insieme non nascerà mai una terza repubblica: sono macerie e relitti buoni solo a fare barricate contro il futuro.

 


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