Un cinquantenne dal folto pizzetto che ha tutta l’aria di essere un professore, è seduto sulla panchina di marmo al binario 4 in attesa del treno per Bologna.
Dal taschino della camicia rosa tira fuori un paio di occhiali da lettura dalla montatura sottile e recupera dalla tasca anteriore della valigia Ballando nudi nel campo della mente di Kari Mullis, l’autobiografia del Premio Nobel per la chimica più particolare che ci sia mai stato; la lettura risulta divertente e quasi è un dispiacere sentire l’altoparlante annunciare il treno, che nel frattempo ha accumulato quindici minuti di ritardo.
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