Magazine Cinema
Regia: Alex de la IglesiaInterpreti: Carlos Areces, Antonio de La Torre, Carolina Bang.
Trama: Spagna, durante la dittatura di Franco. In un circo, Javier e Sergio, due pagliacci, combattono all'ultimo sangue per l'amore di Natalia, bellissima acrobata.
Francamente non so cosa dire, e credo che in merito ad un film sia la prima volta.Probabilmente è la mia anima "indie" che, con l'età si è definitivamente imborghesita, ma questo "Balada Triste de trompeta", presentato a Venezia 2010, adorato da Quentin Tarantino, allora presidente di Giuria, e giunto inspiegabilmente solo ora in Italiastan, è una pellicola che mi ha lasciata letteralmente senza parole.Un commento puramente "di testa" sarebbe impossibile, ma qualcosa, a costo di essere presa a pernacchie, mi sono ripromessa di scriverlo, quindi proverò ad utilizzare le sensazioni uscite da quell'altro organo importante che si usa quando si guarda un film, ovvero la "pancia".
"Balada triste de trompeta", utilizzo il bellissimo titolo originale, non è un brutto film, è un film sconvolgente, Ammantato di una tristezza incredibile. Grigia e cupa rappresentazione della miseria umana, Javier è un pagliaccio triste, Sergio fa ridere i bambini ma è alcolizzato e picchia le donne, intorno alla desolazione del circo c'è un paese senza speranza, e la tragedia che porta nel cuore Javier è quella, forse, di un intero popolo.E neppure l'amore ci salva, anzi, è proprio l'amore che porta alla pazzia. E il ricordo vola al "Freaks" di Tod Browning.Violenza chiama violenza. Nella seconda parte, grottesca all'inverosimile, assistiamo basiti all'escalation infernale che porterà Javier, Sergio e Natalia verso l'abisso.
Mi fermo qui, francamente non so andare oltre. Perchè "Balada triste de trompeta"è fondamentalmente un grosso enigma. Un film sicuramente non per tutti, forse un'opera riuscita a metà, che si ama o si odia. Personalmente in quel volo finale ho visto la morte della speranza. E non l'ho amato.
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