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Balzelli d’Italia!

Creato il 11 settembre 2014 da Freeskipper
Balzelli d’Italia!Imu, Tasi, Tari, Iva, Irpef, Irap e poi ancora giù tasse su benzina, luce, gas, acqua, telefono, assicurazioni, depositi bancari, trasporti, parcometri, scuole, ospedali, tribunali, ecc, ecc, ecc, tanto che c’è già chi ipotizza degli appositi "contatori" da installare negli orifizi degli italiani per tassare l’aria in entrata e pure quella in uscita! Sono tasse italiane e dalla nascita alla morte, ce n’è una per ogni occasione edavvero per tutti i gusti: una tassa per esporre il tricolore, una per il matrimonio e più di una per il funerale. Si paga per finanziare la guerra d’Abissinia del 1935 (ma non era finita?) e si apre il portafoglio anche per fare ombra sul marciapiede. Assurdo? Forse, ma è tutto vero.Questo è quanto emerge dal rapporto di Confesercenti il cui nome non poteva essere più appropriato: "Balzelli d’Italia". La relazione raccoglie le 100 tasse più strane, assurde e curiose che imprese e famiglie sono costrette a pagare. Anche senza il rapporto, sicuramente noi italiani non avevano alcun dubbio in proposito. Ma per soddisfare la curiosità di tutti, scopriamo insieme qualcuna fra le 100 tasse più assurde d’Italia. Tassa sull’ombra. Se con la sporgenza della tenda di un locale, il proprietario “invade” il suolo pubblico deve pagare l’imposta per occupazione di suolo pubblico. Tassa sulle paludi. Nasce nel 1904 da un regio decreto che prevedeva il pagamento di un contributo per la bonifica delle paludi che diventavano terre coltivabili. Intanto si continua a pagare. Tassa sulla raccolta dei funghi. Anche sui permessi di raccolta di funghi scatta la famigerata imposta di bollo. L’imposta sui forestieri. E’ stata reintrodotta di recente una tassa di soggiorno, differenziata per classificazione alberghiera. Ed ora anche il federalismo fiscale sembra non poterne fare a meno.Gabella sugli sposi (ius primae gabellae). Introdotta da alcuni enti locali consiste nel pagamento di un corrispettivo a prezzo unico per poter celebrare il matrimonio in Comune. Imposta sull’uscita di casa. E’ la tassa sui passi carrai che ricorda le imposte medievali ma nasce nel 1997. In legge finanziaria il Governo diminuì i fondi all’Anas consentendogli però al contempo di “rifarsi” sui cittadini. Misteriosa efficienza. Nella bolletta elettrica c’è una voce denominata EF-EN, finalizzata all’uso efficiente dell’energia. A che serve? Solo a procurare altri quattrini all’Erario. Tassa sul tricolore. Chi espone la bandiera dello Stato italiano rischia di dover pagare la tassa sulla pubblicità. A Desio il titolare di un albergo ha esposto davanti all’ingresso il vessillo nazionale e la bandiera blu dell’Unione Europea. Ha dovuto pagare una tassa di 140 euro a bandiera. Tassa sulla memoria. Riedizione potenziata del cosiddetto ‘equo compenso’, dovuto alla SIAE, che grava su vari dispositivi che forniscono tecnologie per copiare ad uso privato CD e DVD musicali e cinematografici, coperti dai diritti d’autore. Si paga anche per cellulari, smartphone, pc, hard disk esterni, pen drive, ecc. Ma il fatto più raccapricciante, dopo questa valanga di balzelli, è che qui da noi, nel Belpaese - come taluni ancora si ostinano a chiamarlo - non solo si tassa tutto quello che c’è da tassare, ma che le tasse aumentano d’importo, finanziaria dopo finanziaria e nessuno dei “tartassati” muove mai un dito per dire “adesso basta, non se ne può più!”. In altri paesi, sicuramente più civile e coesi del nostro, a fronte di una tassazione del genere, di cui l’Italia detiene il triste primato a livello mondiale, i cittadini avrebbero riempito le piazze in segno di protesta senza arrivare a pagare migliaia di balzelli. Qui da noi, invece, più ci tassano e più non accade nulla, secondo la più ferrea legge fiscale del “Paga e Tasi”! Ma come mai? Semplicemente perché siamo un popolo eternamente diviso, diviso in due: da una parte il popolo bue, fatto dai “soliti noti”, che subisce in silenzio; dall’altra il popolo dei furbetti del quartierino” che se ne frega del fisco perché non sa neppure dove sta di casa. Va da se che la cosa è reciproca anche per il fisco!

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