Bambi Fossati Guitar-Fest: il resoconto
Creato il 01 marzo 2015 da Athos Enrile
@AthosEnrile1
Fotografia di Pino Pintabona
Alcuni mesi fa ci ha
lasciato un simbolo della musicalità genovese di matrice rock, Bambi Fossati,
uno dei più importanti chitarristi italiani.
Non lo conoscevo
personalmente, anche se di lui ho un ricordo indelebile legato ad una sera del ’73,
un sabato passato, mi pare, al Teatro della Gioventù, dove da adolescente mi
accostai ai Garybaldi, nell’occasione preceduti da Mauro Pelosi e Claudio
Rocchi.
Considerato l’Hendrix
italiano, precursore di un modo ben preciso di intendere lo “strumento chitarra”,
ha costruito con chi lo ha potuto apprezzare da vicino un legame indissolubile,
e i commenti spontanei, mentre sottolineano il suo talento, non tralasciano mai
il valore umano e la corrispondenza di sentimenti che spesso si veniva a creare
tra lui e il mondo circostante.
Il 27 Febbraio, al Teatro Govi di Genova,
un gruppo nutrito di amici, presenti sul palco e in platea, si è riunito per
dedicare un attimo, un pensiero, un sentimento a chi non c’è più nonostante l’età
fosse ancora da piena attività.
Nessuna retorica,
nessuna forzatura, solo la voglia spontanea di passare una serata con lui… noi
e lui!
La persona adatta per
realizzare la serata magica si chiama Aldo De Scalzi.
Non è il caso di
soffermarsi sui suoi successi e i suoi tanti progetti paralleli noti agli addetti ai lavori e non solo, ma forse non tutti conoscono le sue doti organizzative, le
sue capacità aggreganti e la sua indole da intrattenitore, quel “simpatico
giusto” che mette tutti d’accordo.
Nell’occasione quindi
non solo musicista, ma conduttore tappabuchi (e quando sul palco si è in molti
i “buchi” da chiudere abbondano!) e, soprattutto, Direttore Artistico, che nella
fattispecie significa trovare gli artisti ad hoc e farli convivere on stage.
Non credo sarà stato difficile ottenere le adesioni cercate, vista la
motivazione del concerto, ma in ogni caso De Scalzi junior sa come
coinvolgere i suoi amici, e come già osservato in occasioni precedenti il
risultato del suo impegno specifico si traduce in sold out, e di questi tempi è
davvero un sogno.
Quali i protagonisti?
Dimenticherò qualcuno,
ma mi affido alla memoria - e alla
locandina - per elencarli: Gleemen, Garybaldi, Acustico Medio Levante, Steel
Drama, Reunion… tutte entità che
nel passato sono entrate in contatto, più o meno a lungo con Bambi. Tanti gli
ospiti: Andrea Cervetto, Mauro Culotta,
Bob Callero, Marco Zoccheddu, Gianni
Martini, Vittorio De Scalzi.
Tutto questo ben di
Dio è andato in diretta streaming, grazie all’impegno di MA1TV che vede in prima linea Carlo Barbero,
un altro che sa cosa sia il palco, e che con Aldo De Scalzi formerebbe una
formidabile coppia di conduttori rock.
Ecco una testimonianza
della presentazione iniziale.
E poi si parte, con il
DNA musicale di Bambi Fossati, con alcuni dei suoi brani, e con lo sviluppo di
progetti meno conosciuti.
Il virtuosismo degli
artisti presenti passa in second’ordine, perché siamo al cospetto di una vera
festa, di una celebrazione di un mito che sembra sempre presente.
Il cambio palco è
anche l’occasione per rivedere un Bambi molto più giovane, “martellato” da un
Red Ronnie poco preparato sull’argomento specifico, più interessato alla forma
che alla sostanza, che spinge all’atteggiamento definito “da scazzo”, ma che
permette di creare l’immagine giusta del chitarrista genovese.
Non è solo di Fossati
il materiale presentato… spuntano i Beatles, i New Trolls, persino Ian Dury
impersonato da Callero, ma il copione è disegnato, e prevede la spontanea
interazione con l’audience e la volontà di proseguire all’infinito.
Non mancano i momenti
di commozione, e restano impresse le parole che si bloccano in gola, che
faticano ad uscire, quando è Maurizio
Cassinelli a confrontarsi con Marco Zoccheddu.
Per tutta la serata
Bambi è rimasto sul palco, attraverso la musica che qualcuno ha suonato per
lui, attraverso gli applausi che gli sono arrivati e… per effetto della sua
immagine dipinta, che si è vista per tutto il tempo ai piedi dei musicisti, tra
loro e il pubblico.
Graduatorie di merito?
Sottolineature delle singole performance?
Non era questa la serata
giusta per simili “sciocchezze”… lo spirito era un altro, quello che è rimasto intrappolato
nel bis, una versione italiana di Johnny
Be Good che ha visto tutti, ma proprio tutti i musicisti, in azione
contemporanea.
Ecco cosa è accaduto…
Aldo De Scalzi e Carlo Barbero chiudono il concerto e l’intento
è quello di riprovarci, di ritrovarsi, non necessariamente per celebrare una prematura
dipartita: le occasioni per suonare, a ben vedere, nascono ad ogni angolo!.
Un ringraziamento sentito all’organizzazione, BLACK WIDOW RECORDS & BAGOON LABORATORIO MUSICALE e al Service di Ricky Pelle.
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