Bambine e bambini maestri: la nostra appartenenza

Da Jessi

Il respiro

In questi giorni riflettevo su quante volte di giorno, ma soprattutto di notte, in questi mesi, sono rimasta con il fiato sospeso in attesa di sentire il respiro della mia bimba arrivare dall’altra stanza. In questi giorni, in particolare, dopo il terremoto che ha sconvolto l’Emilia Romagna e segnato tutti noi, ancora una volta, l’insonnia e la preoccupazione hanno amplificato la mia attesa di un respiro che mi dica mamma sto bene, sto dormendo serena.

Siamo abituati a pensare all’anima come alla “sede delle facoltà spirituali dell’uomo”, ma il  suo significato originario, per metafora, rinvia al respiro e gli ‘animali’ sono gli essere animati, che hanno un principio vitale, che respirano. In alcune religioni questo principio è fondamentale, per ragioni diverse. Trovo che la metafora dell’anima/respiro ci dica molte cose, ma una sopra tutte mi viene in mente in questi giorni: mentre l’anima intesa in senso individualistico è un bene che ci appartiene, considerato immortale e autonomo, il respiro ci mette in relazione, ci fa capire quanto il nostro essere sia legato agli altri e al mondo intero e che, anche se di fronte ad alcuni eventi siamo piccoli e impotenti, è lo stare insieme che ci salva.

Questa rubrica dedicata alle ‘bambine e dei bambini maestri’ prende spunto dalla concezione di M. Montessori, secondo la quale “Il bambino è “maestro” di se stesso, perché deve “approfittare” di ciò che la natura ha predisposto per la sua crescita, fisica e psichica. In questo, diviene anche nostro “maestro”, perché ci offre la possibilità, osservando il suo comportamento, di scoprire le “leggi” alle quali, se non ostacolato, sta rispondendo”.

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Marzia, Bambine e bambini maestri: # la consapevolezza