Vi aggiorno sul seguito del post precedente: dopo il regalo, la festa. Una sana vecchia festa di bambini di cinque anni, con i palloncini, le pizzette e il ballo della scopa. Commovente, direi. E mi sono sentita anche molto sollevata al momento dell'apertura dei regali: molti libri e una sola Barbie (che non ho visto bene, ma non mi sembrava nemmeno avesse l'abito da sera). Proprio un bel clima. Certo, poi ci vuole anche un bel momento catartico. Bisogna scaricare gli istinti repressi, assecondare la propria vitalità. E quindi, alla fine della festa, terminati tutti i giochi, i bambini si sono abbandonati a un baccanale senza precedenti: i maschi, brandendo delle spade fatte coi palloncini neri, inseguivano le loro compagne gridando: "LE FEMMINE! LE FEMMINE!" Queste ultime, terrorizzate, fuggivano come nel ratto delle Sabine, lasciando una scia di lustrini alle spalle. Magic moments.
A proposito di feste, mi è venuto in mente un episodio di un altro compleanno di circa un mese fa, in cui, organizzando le squadre per la caccia al tesoro, doveva venir nominato un capitano. Ovviamente quasi tutti volevano fare il capitano, sia i maschi, sia le femmine. Beata infanzia. Poi un bambino alza la voce più degli altri:
"Lo faccio io il capitano! Perché il capitano deve essere un maschio!"
Povero bambino: non aveva nemmeno finito di dire la frase, che un manipolo di madri è insorto in una protesta corale: "OOOOH! NON È VERO!" La veemenza è stata tale che si sono spaventate anche le bambine. Bene. Così se lo ricorderanno. A dire la verità un po' mi sono stupita di quella reazione pronta ed energica. Sembrava che ce l'avessero sulla punta della lingua. Ma poi mi guardo intorno, e vedo che con i bambini festanti c'erano solo le madri. I padri erano in cucina a servirsi da bere. Ecco perché.
Per protesta, sono andata a bere anch'io e dopo dieci minuti ho chiesto: "Avete per caso visto dove sono i bambini?"
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