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bambini nel tempo

Creato il 10 febbraio 2012 da Plus1gmt

I bambini crescono all’improvviso, se li avete li potete osservare, se non li avete potete ricordarvi di come è stato per voi. Una bella mattina si svegliano e hanno qualcosa in più della sera precedente, li vedi che riempiono la tazza di latte e cereali e hanno i modi e una luce negli occhi differente dalla sera prima. Magari covavano quella cosa da settimane ma non era matura abbastanza da rompere il guscio e distribuirsi a catena nel loro corpo. Il modo in cui finisce una fase e ne incomincia una successiva ha dell’incredibile. Colpisce anche il contrasto tra queste novità inaspettate e la metamorfosi fisica, i cambiamenti nel corpo, perché avendoli costantemente davanti agli occhi la crescita di tot millimetri ogni giorno risulta sempre nascosta dietro l’evidenza del dato anagrafico corrispondente.

Invece, magari la sera prima non si riusciva a usare una metafora per fare capire un codice comportamentale da utilizzare tra i coetanei ed ecco che, archiviata la colazione, ti fanno capire che hanno ben chiaro quello che volevi dire. O anche semplici modi di condurre la conversazione con gli adulti, un sorrisetto sarcastico, una battuta, il modo con cui ti chiedono le cose. Si tratta di scatti latenti che ad un certo punto zac, diventano effettivi, ci si sente straripare qualcosa dal proprio centro per assumere la forma della persona che si deve diventare, e sono convinto che ognuno di noi li ha ben presenti dentro di sé, piantati nel proprio percorso esistenziale, tutti quei momenti almeno a partire dal primo anno in cui si hanno percezioni nitide. Non è difficile saper elencare ogni milestone che si è susseguita perché si tratta di punti di arrivo e non di partenza, il compimento di tappe e l’inizio di nuovi tragitti in cui ci si guarda intorno, ci si osserva allo specchio e ci si sente perfetti. Magari con qualche dettaglio in risalto sugli altri: una giacca con le toppe, un flipper che va in tilt, in qualche caso la coincidenza proprio con una torta di compleanno e una candelina accesa in più del previsto, o anche un interruttore dentro che qualcuno ha acceso in qualche modo. Perfettamente adeguati al momento, all’ambiente e al prossimo, consapevoli di aver portato a termine un lavoro che è la missione per cui siamo venuti al mondo e che si protrae almeno per i primi sedici anni, quello che si dice diventare grandi.



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