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Bambole al muro

Creato il 25 giugno 2014 da Barbaragiorgi @gattabarbara
bambola di pezza, da PourFemme

bambola di pezza, da PourFemme

A Milano è nato un muro di bambole.
A Milano ci sono bambole appese ad una grata.
A Milano, ecco l’immobile defilé di bambole con vestiti firmati da stilisti e di bambole con vestiti modesti.
Iniziativa di un gruppo di donne capitanate da Jo Squillo, durante “Milano Moda uomo 2014”, per dire NO alla VIOLENZA DI GENERE e FEMMINICIDIO (21 giugno, in Via De Amicis).
Donne vip e donne comuni.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/20/moda-uomo-milano-un-muro-di-bambole-contro-il-femminicidio/1034107/

L’iniziativa sicuramente è nata in buonissima fede, con buonissime intenzioni, con buonissima volontà.
Tutto buonissimo, come le bambole. Appunto.

Il messaggio sulle t shirt delle sostenitrici dell’iniziativa è “we are not just dolls”, “non siamo solo-semplicemente bambole”.
Ma visto che  NOI DONNE NON SIAMO BAMBOLE (proprio per niente), forse sarebbe stato meglio NON APPENDERE BAMBOLE AL MURO per dire NO al FEMMINICIDIO.
Domando:
- perché proprio BAMBOLE?
– Perché non mettere i NOMI E COGNOMI DELLE VITTIME DI FEMMINICIDIO?
– Perché non mettere LE FOTO DELLE VITTIME DI FEMMINICIDIO?

Finché continueremo con queste “rappresentazioni”, con questi riferimenti sessisti, con questi messaggi collegati e imposti da una cultura patriarcale che vede la donna-bambola, che rappresenta la donna come bambola, che vuole una donna-bambola… avremo sempre perso.

Cos’è una BAMBOLA?
E’ il giocattolo millenario che viene posto tra le braccia delle bambine, per inculcare loro la cultura della maternità, dell’accudimento, del loro destino di angeli del focolare (sono state ritrovate bambole in scavi di siti archeologici, riferiti ad età antichissima).
E’ la rappresentazione di ciò che la cultura patriarcale si aspetta e vuole dalla donna: qualcosa di silente, immobile, gestibile, manipolabile.
E’ la riduzione della donna a bambina, ad uno sviluppo emotivo e cognitivo fermo all’età infantile, all’età del gioco, all’età della mancanza di completo sviluppo mentale.
E, dulcis in fundo, è solo, è semplicemente, è inequivocabilmente UN  OGGETTO.

Smettiamola di rappresentarci – noi stesse – come OGGETTI.
Smettiamola di rappresentarci – noi per prime – come BAMBOLE SILENTI E PASSIVE.

Già ci pensa la CULTURA A METTERCI AL MURO.

Se proprio vogliamo usare MURI, la prossima volta mettiamoci IMMAGINI DI DONNE VERE.
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CONTATTI  25   giugno 2014:  35.688

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