Una visual novel raffinata di provenienza coreana ci fa sognare un po'
Nameless ~The One Thing You Must Recall~ è una visual novel otome dagli autori di Dandelion, uno dei più famosi dating simulator coreani sul mercato. Non è un titolo recentissimo, e probabilmente gli appassionati del genere lo conosceranno già, visto che è uscito a fine 2013.
Abbiamo deciso di recensirlo perché più volte ce lo avete segnalato parlando di altre visual novel, così eccoci qua pronti a immergerci nel mare di testo di cui è composto. Racconta la storia di Eri, una sedicenne che vive da sola insieme alle sue bambole. La studentessa le colleziona per combattere il profondo senso di solitudine che l'attanaglia in seguito alla perdita del nonno, morto un anno prima dell'inizio della storia narrata nel gioco. Purtroppo i genitori, pur vivi, non le sono di conforto, visto che lavorano per mare e non li vede mai. Una mattina scopre suo malgrado che le tanto amate bambole hanno preso vita, diventando esseri umani in carne e ossa. E che esseri umani! Da quel momento le bambole diventeranno di più che dei semplici amici immaginari e faranno vivere a Eri situazioni e sensazioni nuove, che non avrebbe mai pensato possibili, oltre ovviamente a causarle un sacco di problemi, visto che le sarà davvero difficile spiegare ai suoi amici e conoscenti perché e come abbia iniziato a vivere con cinque sconosciuti. State tranquilli, perché non vi abbiamo svelato che una minima parte di quella che è una lunghissima storia dalle molte sfaccettature e dai risvolti inauditi.
Nameless ~The one thing you must recall~ - Il trailer di lancio
Oscurità celata
Per prima cosa è giusto evidenziare alcune differenze con il suo predecessore, il già citato Dandelion. Alcuni troveranno temi simili giocando a Nameless ~The One Thing You Must Recall~, ma le somiglianze si fermano qui, visto che Dandelion integrava delle meccaniche da dating simulator avanzate, mentre Nameless è una visual novel pura, ossia formata per la maggior parte da racconto che non richiede interventi da parte del giocatore se non per far scorrere il testo. Certo, ci sono delle scelte da compiere, ma si tratta della classica selezione tra voci differenti di un menù testuale, quindi niente di eclatante dal punto di vista ludico.
Poco male, in realtà, perché le diramazioni consentono comunque di rigiocare più volte Nameless così da sperimentare tutte le possibili storie e le evoluzioni della trama. Anzi, cerchiamo di essere più specifici: per comprendere davvero Nameless bisogna rigiocarlo più volte, cercando di conoscere al meglio tutti i personaggi. Bisogna esaurire tutte le diramazioni della storia, comprese quelle senza lieto fine, così da avere un quadro complessivo più ampio e, soprattutto, così da sbloccare i capitoli e i personaggi segreti che danno accesso al vero finale, quello in cui si arriva a comprendere la tragicità della vita di Eri. È chiaro che per farcela bisogna avere voglia di leggere tutti i testi, anche per molte ore, combattendo contro lo scoramento causato da alcune lungaggini effettivamente presenti (in certi casi i coreani possono essere più prolissi dei giapponesi). È davvero l'unico modo per apprezzare Nameless come merita, andando oltre la patina otome. In effetti è facile farsi ingannare dal tratto delicato dei disegni e da alcune situazioni da commedia presenti nelle fasi iniziali della storia. La realtà è però diversa, visto che il titolo di Cherizt nasconde molti più segreti di ciò che lascia intendere a uno sguardo superficiale. I dialoghi sbloccati accedendo a uno dei finali, alcune situazioni inaspettate dal sapore particolarmente drammatico e oscuro, insieme ai momenti più tesi ed emozionanti, creano un miscuglio narrativo di grande intensità che merita di essere vissuto, capace com'è di sviluppare nel fruitore un interesse che va ben oltre quello della passione per il genere.
Peccato per la traduzione
Probabilmente è proprio la stratificazione narrativa la chiave dell'amore che molti provano per Nameless, visto che non è facile trovare altre visual novel, soprattutto qui in occidente, altrettanto capaci di modulare toni e situazioni, passando da momenti leggeri ad altri più adulti con incredibile naturalezza.
Gli stessi disegni aiutano a creare la giusta atmosfera per i fatti narrati, grazie a colori caldi dai toni mai eccessivamente saturi e l'incarnato dei personaggi bianco latte, che ben riesce a trasmettere il senso di inquietudine che li pervade. Peccato solo per alcuni sfondi di qualità altalenante, cui comunque si fa poco caso rapiti come si è dalla storia e dalle sue evoluzioni. Anche le musiche che compongono la colonna sonora e l'uso che ne viene fatto aiutano enormemente nella caratterizzazione dell'esperienza di gioco, con i toni modulati d'intensità a seconda della forza emotiva di quanto sta avvenendo sullo schermo. Consigliamo anche di non disattivare le voci dei personaggi, perché li arricchiscono parecchio, nonostante siano in lingua originale e difficilmente comprensibili dal pubblico nostrano. Purtroppo Nameless ha anche alcuni problemi. Oltre alla già citata qualità altalenante degli sfondi, il più evidente è la stranezza di alcuni testi. Non ci azzardiamo a giudicare le traduzioni, perché non conosciamo il coreano, ma è palese come alcune frasi siano state rese in un cattivo inglese, difetto non da poco visto che la lettura di alcune frasi un po' goffe rompe parte dell'incanto narrativo. Probabilmente i traduttori hanno tentato di non stravolgere il significato di alcune espressioni originali e si sono mantenuti aderenti al testo di partenza. Rimane il fatto che le stonature si fanno sentire, nonostante non facciano crollare la qualità complessiva del titolo.
Pro
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Storia intrigante
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Molti bivi che portano a personaggi e trame da sbloccare
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Disegni ben fatti
Contro
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Qualche problema di traduzione
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Alcuni sfondi sottotono