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Bambolina cattiva – di Iannozzi Giuseppe

Creato il 15 ottobre 2011 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

Bambolina cattiva

di Iannozzi Giuseppe

Bambolina cattiva – di Iannozzi Giuseppe

a Vany
che più non mi pensa
se non come un dongiovanni
pazzo e da strapazzo

Bambolina, di me dovresti aver maggior cura.
Se non mi accarezzi, se non mi abbracci,
se non mi baci, io soffro e soffro tanto.
Pensi forse sia io uno dei tuoi peluche,
un giocattolo che quando sei stanca
puoi dimenticare chissà dove, in fondo
al divano, o fuori al freddo insieme ai lupi
- che di certo infestano in lungo e in largo
tutta la Maremma? Sappi che nel petto
mi batte un cuore. Tu non sai il male che mi fai!
Non ricever da te un’occhiata o uno schiaffo,
un gesto gentile o un calcio nelle palle,
son queste le cose che mi mancano
e che nella tetra notte mi danno gli incubi.
Perché mi tratti così male? Non son forse stato
alla tua altezza, Bambolina? Ho forse sbagliato
quando ho fatto il diavolo a quattro e di più
per una leccatina miracolosa sulla ferita
che mi son procurato per cercar tra i rovi
le rose più belle e senza spine per Te?

Ah, che dolor, che dolor, che dolor…
Tu a me non ci tieni, non veramente.
Un giocattolo son io, un peluche e null’altro,
e non di rado pesante. Ma quando mai
un batuffolo di pelo e di anima sofferente
è stato peso e piombo per la gente? Coccole,
coccole, coccole, di questo avrei bisogno;
ma mi son negate, e tosto vengo sbattuto
in un angolo al pari d’una pezza da piedi.

Ah, che dolor, che dolor, che dolor…

Lentamente mi stai lasciando scivolare
giù in fondo, sempre più in fondo
quando soltanto ieri ero sul suo petto
a respirare l’odore buono della tua beltà.
E invece adesso affondo, dalle tue braccia
scivolo; presto non t’accorgerai neanche
d’avermi perso, occupata come di certo sarai
col tuo Blackberry a chiamare amiche
e altre amiche per loro raccontare
del tuo nuovo amore, un amore leggero
leggero come una piuma strappata
dal sedere d’un angelo. Oh sì, sarà così.

Ah, che dolor…

Oramai non preghi più per me,
quel prete tanto buono me l’ha confessato
vedendo la mia sofferenza: papale papale
m’ha detto che la signorina che sol ieri
per me pregava, da oramai tanto tempo
non scuce più le labbra sue dolci
per metter una buona parola per me
con Dio.

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