Bambù=Cina. Questa è l’equazione che sorge spontaneamente quando si pensa a questa flessuosa pianta dalle lunghe canne verdi.
Invece il bambù è molto più che cibo per orsi o esseri umani e lo sta dimostrando l’architetto Simon Velez: colombiano, 62 anni, Velez è considerato il leader del movimento architettonico “volgare”, una scuola di design fortemente ancorata al contesto geografico e che utilizza esclusivamente materiali provenienti dal territorio a cui è legata; una delle idee per cui Velez si batte da oltre vent’anni è quella che il bambù sia davvero ecosostenibile, utilizzabile persino come sostituto del legno e del cemento, un materiale che quindi meriterebbe maggiore dignità di quella che normalmente gli viene riconosciuta.
Nonostante il pregiudizio di architetti e ingegneri, che lo considerano un legno per poveri, da cui tenersi alla larga, adatto soltanto alla costruzione di capanne o alloggi popolari, Velez è infatti riuscito a dimostrare che il bambù ha molti pregi indiscutibili (oltre all’innata bellezza, ha una forza intrinseca tre volte superiore a quella dell’acciaio, è facilmente sostituibile e cresce molto rapidamente) e ha ottenuto, dopo vent’anni di lotta, che questo tipo di legno sia introdotto nella lista dei materiali da costruzione approvati dal codice edilizio colombiano.
Oggi, nonostante mille pareri avversi, Velez si sta finalmente prendendo le sue rivincite: oltre a numerosi altri progetti, sta realizzando nel Barrio Aguablanca di Cali, nella Colombia sud occidentale, un terminal per autobus il cui tetto, della superficie di tre campi da calcio, sarà realizzato interamente in bambù!